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Brexit, "Italia pronta in caso di no deal"

18 gennaio 2019 | 14.54
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(Fotogramma)
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Sugli interventi d'emergenza in caso di Brexit senza accordo "il governo italiano non è indietro neanche di un millimetro, anzi, semmai è avanti di qualche centimetro rispetto ad altri Paesi europei". E' quanto dicono all'Adnkronos fonti di Palazzo Chigi, a proposito delle notizie secondo cui l'Italia sarebbe indietro nella messa a punto di piani da far scattare in caso di un 'no deal' sull'uscita del Regno Unito dalla Ue.

"Per quanto riguarda i diritti dei cittadini e la finanza - sottolineano le fonti - sono già state assolutamente definite le linee, in dettaglio, così come gli interventi sull'accessibilità a porti, aeroporti, dogane, sulla sanità, in linea con il calendario dell'Unione europea". In proposito, funzionari di Bruxelles saranno a Roma nei prossimi giorni proprio per discutere di queste linee di intervento.

"Se le probabilità di un no deal si concretizzassero - sottolineano le fonti - è già pronta tutta una serie di norme legislative, coordinate da Palazzo Chigi con i vari ministeri, che entrerebbero in vigore" in caso di uno scenario "possibile ancorché non auspicabile". Le fonti ricordano quindi che "quasi su base mensile si tengono riunioni di coordinamento a Palazzo Chigi con rappresentanti dei vari ministeri coinvolti, nessuno dei quali è in ritardo".

Un comunicato del 21 dicembre scorso diffuso da Palazzo Chigi ricordava che "il governo italiano, in stretto raccordo con la Commissione europea e gli altri Stati membri dell’Ue, ha avviato anche paralleli preparativi per il caso di recesso senza accordo per garantire, anche con misure legislative, la tutela dei diritti dei cittadini italiani che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono in Italia, la tutela della stabilità finanziaria e della continuità operativa dei mercati e dei settori bancario, finanziario e assicurativo (sia localizzati in Italia, sia nel Regno Unito), anche al fine di evitare rischi di liquidità e di garantire certezza delle transazioni, la promozione di un’adeguata preparazione delle imprese e la gestione di emergenze relative ad alcuni ambiti settoriali come, ad esempio, trasporti, dogane, sanità, agricoltura, ricerca, istruzione e altri settori in cui dovessero essere necessari interventi".

E ancora, nella nota diffusa martedì scorso, dopo il voto con cui il Parlamento di Londra ha bocciato l'accordo con l'Ue, si leggeva che il governo "continuerà e intensificherà i preparativi per essere pronti a tutti gli scenari, incluso quello poco auspicabile di un recesso senza accordo il 29 marzo 2019".

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