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Darnis (Iai): "'Trattato Quirinale in coma, sarebbe utile per abbassare toni"'

22 gennaio 2019 | 18.29
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(Foto fal profili Facebook di Pierre Darnise)
(Foto fal profili Facebook di Pierre Darnise)

"Il Trattato del Quirinale è in coma, basterebbe un buon defibrillatore per salvarlo: se ci fosse la volontà politica anche in un mese sarebbe pronto per la firma". Nel giorno in cui ad Aquisagrana Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno firmato il Trattato che rilancia la cooperazione tra Francia e Germania, aggiornando quello dell'Eliseo del 1963 che segnò la riconciliazione fra i due Paesi, Jean Pierre Darnis, consigliere scientifico dello Iai e direttore del master sulle relazioni franco-italiane all'Università di Nizza, fa il punto sui lavori del Trattato tra Italia e Francia, che avrebbe dovuto dare ai rapporti tra Roma e Parigi la stessa sistematicità di quelli tra Roma e Berlino.

"Il Trattato del Quirinale - spiega Darnis all'Adnkronos - avrebbe il grandissimo vantaggio di creare un vero obbligo per i due Paesi di parlarsi in modo continuo, di sviluppare convergenze su vari temi, pur partendo da posizioni diverse. E questo sarebbe estremamente utile per abbassare i toni, soprattutto in un momento come questo. Si passerebbe dalla retorica all'azione politica". Che il momento sia 'eccezionale' tra Italia e Francia lo dimostra che solo un'altra volta, prima del 2018, non si è tenuto alcun vertice: dal 1981, anno in cui vennero istituiti i summit intergovernativi su iniziativa di Francois Mitterrand e Bettino Craxi, le riunioni si sono tenute regolarmente, ad ecczione del 1995, "quando all'Eliseo c'era Jacques Chirac e l'Italia volle protestare con Parigi per i test nucleari a Mururoa". 

La bozza del Trattato del Quirinale cui si è lavorato ancora fino all'estaste, "e che era andata molto avanti prima che con il cambio di maggioranza si bloccasse tutto, "prevedeva "un paio di consigli ministeriali l'anno - sottolinea l'esperto francese  - partendo dalla considerazione che un summit annuale è un'occasione un po' scarsa" per rafforzare i rapporti, "con il moltiplicarsi di fori governativi bilaterali, utili per trattare i dossier europei". 

Un documento del genere "non è qualcosa che comporta una spartizione del potere, escludendo qualcun altro - precisa ancora Darnis - ma è un'occasione per approfondire le relazioni tra due Paesi". Ma "con la caccia al francese aperta, dubito si riesca ad arrivare alla firma", conclude il consigliere dello Iai, secondo il quale "molti in Italia adesso potrebbero sentirsi a disagio per il Trattato di Aquisgrana fra Francia e Germania, quando in realtà il Trattato del Quirinale prevederebbe lo stesso tipo di rilancio dei rapporti" tra Roma e Parigi. 

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