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Maduro 'apre' a Guaidò

25 gennaio 2019 | 08.18
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Se devo incontrare questo ragazzo, lo incontrerò. Se devo incontrarlo alle 3 del mattino, se devo andare nudo, ci andrò". Nicolas Maduro si esprime così davanti all'ipotesi di dialogare con Juan Guaidò, che si è proclamato presidente ad interim del Venezuela. "Non ho abbandonato il posto e non lo abbandonerò", dice Maduro. "Sono impegnato nel dialogo nazionale. Oggi, domani, sempre sarò impegnato e pronto per andare dove è necessario. Io, se devo incontrare questo ragazzo, vado...", aggiunge, pur definendo Guaidò "un burattino" degli Usa.

"Stiamo affrontando, smantellando e sconfiggeremo un colpo di stato che intende intervenire nella vita politica, mettere da parte la sovranità del Venezuela e istituire un regime protetto dagli interessi dell'impero americano e dei suoi alleati nel mondo occidentale" sottolinea Maduro.

Dal canto suo, Guaidò sembra tirare dritto. Dopo essere tornato a parlare in piazza, ha convocato per la settimana prossima "una grande mobilitazione" per chiedere la destituzione di Maduro. "Chiederemo che cessi l'usurpazione, che vi siano un governo di transizione ed elezioni libere", ha detto il presidente dell'Assemblea Nazionale, giurando come presidente ad interim del Venezuela. Il regime "pensa che il movimento si sgonfierà, che ci stancheremo. Ma qui nessuno si stanca, nessuno si arrende", ha dichiarato Guaidò parlando a una folla di sostenitori in piazza Bolivar a Caracas. La data della protesta, ha spiegato, verrà resa nota domenica.

Poi, in un messaggio rivolto ai militari, ai quali ha chiesto di schierarsi contro Maduro e cacciare i cubani dalle forze armate, Guaidò ha sottolineato: "E' venuto il momento di mettersi dalla parte della Costituzione, del popolo del Venezuela". Quindi ha esortato l'esercito a permettere l'arrivo di aiuti umanitari internazionali, ricordando che gli Stati Uniti hanno offerto aiuti per 20 milioni di dollari.

Guaidò non ha escluso inoltre la possibilità di concedere l'amnistia a Maduro nel caso in cui lasci il potere. In un'intervista via Skype da una località segreta di Caracas alla tv americana in lingua spagnola Univision, a una domanda specifica sull'amnistia, Guaidò ha risposto: "Nei periodi di transizione sono accadute cose simili, non possiamo escludere niente, tuttavia noi dobbiamo essere molto fermi per il futuro, anzitutto per fare fronte all'emergenza umanitaria". "La nostra sfida - ha sottolineato - è assicurare elezioni libere e vogliamo che ci siano al più presto possibile. Ma viviamo in una dittatura". In una precedente dichiarazione al Financial Times, Guaidò ha affermato: "Nessuno vuole vivere così, quale che sia la politica, la gente è senza acqua nelle case da cinque o sei mesi, senza medicine, senza denaro sufficiente per comprare da mangiare".

E mentre il dipartimento di Stato americano ha ordinato al personale diplomatico 'non essenziale' accreditato in Venezuela di lasciare il Paese, Guaidò ha invitato lo stesso personale consolare venezuelano negli Stati Uniti di rimanere al suo posto, malgrado l'ordine di Maduro di tornare in patria.

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