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Venezuela nel caos, sostenitori Guaidó e Maduro in piazza

02 febbraio 2019 | 14.18
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(Afp)
(Afp)

La tensione è palpabile in Venezuela, dove i sostenitori del presidente Nicolas Maduro e quelli dell'autoproclamato capo di Stato ad interim Juan Guaidò, sostenuto in particolare dagli Stati Uniti, sono scesi in strada a Caracas in due distinte manifestazioni. Da una parte il corteo governativo indetto da Maduro per celebrare il ventennale della "rivoluzione bolivariana" di Hugo Chavez, dall'altra l'opposizione venezuelana che chiede nuove elezioni politiche e presidenziali. Nel giorni scorsi, Guaidò ha esortato "tutto il Venezuela e il mondo" a scendere in strada per una dimostrazione di massa a sostegno dell'ultimatum dei Paesi membri dell'Unione europea finalizzato alla convocazione di una nuova tornata elettorale.

GUAIDO' - "Mandiamo un messaggio chiaro. Diamo una dimostrazione di forza, in modo pacifico e organizzato", ha detto Juan Guaidò dando inizio idealmente su Twitter alla nuova giornata di mobilitazione in tutto il paese. "Oggi ci ritroviamo in strada per mostrare la nostra gratitudine per l'appoggio che ci ha dato il Parlamento europeo, per continuare a insistere sull'arrivo degli aiuti umanitari e continuare il nostro cammino verso la libertà", ha scritto. Poi, una volta in piazza: "Continueremo nelle strade fino a raggiungere la libertà". "Al popolo chavista deluso e ingannato, dico che Maduro non protegge nessuno. La Costituzione, invece, sì. Non cerchiamo di torcere mani, vogliamo stringerle". Poi l'annuncio, davanti a migliaia di persone a Caracas, di "una coalizione internazionale per gli aiuti umanitari e la libertà del Venezuela". Guaidò ha fatto riferimento a 3 punti di raccolta: uno a Cucuta in Colombia, uno in Brasile e uno in un'isola caraibica. "Tu, soldato, nelle tue mani avrai la decisione di permettere l'ingresso di questi aiuti", ha detto rivolgendosi ai militari. "Il ruolo delle forze armate è di collocarsi al lato della Costituzione, è esercitare il tuo ruolo come soldato del Venezuela, far valere la sovranità e contribuire alla ricostruzione del paese". "Il cambiamento in Venezuela è molto, molto vicino", ha poi assicurato.

MADURO - "Il colpo di stato è già fallito. In Venezuela non c'è stata e non ci sarà dittatura, ma potere popolare, vera democrazia", ha detto Nicolas Maduro a Caracas arringando la sua folla, che riempiva Avenida Bolivar nelle celebrazioni per il ventennale della 'rivoluzione bolivariana'. "Parlo a tutto il paese e a tutti i venezuelani, perché sono il presidente sovrano di tutto il Venezuela e non di una sola parte", ha detto davanti ad una folla che indossava abiti rossi e marroni. "E' il momento di cercare soluzioni attraverso il lavoro, l'unione nazionale, lo sforzo produttivo di tutto il paese. Non siamo mendicanti, siamo un paese con dignità, onore, orgoglio nazionale. Siamo un popolo che tiene la testa alta", ha aggiunto sottolineando: "Il Venezuela è in pace, nonostante la pressione dall'esterno. Chiediamo pace, armonia, unione nazionale". "Oggi - ha detto ancora Maduro - le forze armate sono più fedeli che mai al mio mandato come comandante generale. "Con l'unione tra il popolo e le forze armate, il 2019 sarà l'anno della soluzione dei problemi dei venezuelani e della resurrezione economica". "Sono pronto a dialogare per risolvere i problemi tra venezuelani. Quando vogliono, dove vogliono", ha poi sottolineato. "L'economia è la priorità nell'agenda. Il secondo punto è la pace, la giustizia in Venezuela", ha concluso.

IL GENERALE - "Sono il generale Francisco Esteban Yanez Rodriguez e riconosco il presidente Juan Guaidò". Si apre così il video con cui Francisco Esteban Yanez Rodriguez, generale dell'aeronautica militare venezuelana, riconosce Juan Guaidò come "presidente incaricato" del Venezuela. Yanez Rodriguez si presenta, qualificandosi come direttore della pianificazione strategica dell'alto comando militare dell'aeronautica.

"Mi rivolgo a voi per annunciare che non riconosco l'autorità dittatoriale di Nicolas Maduro e riconosco il deputato Juan Gaidò come presidente incaricato della repubblica bolivariana del Venezuela. Il 90% della forza armata non sta con il dittatore. Sta con il popolo. La transizione alla democrazia è imminente, questo popolo ha già sofferto abbastanza", aggiunge.

"Il dittatore ha ogni giorno due aerei pronti. Vada via", dice riferendosi a Maduro. "Invito tutto il popolo del Venezuela a scendere in strada in maniera pacifica per difendere il nostro presidente Juan Guaidò. Ai miei commilitoni chiedo di non voltare le spalle al popolo venezuelano, basta con la repressione. Questo è il momento per la patria, il momento della democrazia è arrivato", conclude

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