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"Padre Dall'Oglio vivo"

07 febbraio 2019 | 08.08
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita rapito il 29 luglio del 2013 mentre si trovava a Raqqa, in Siria, sarebbe vivo. E' quanto scrive il quotidiano britannico 'Times', citando fonti curde di alto livello, secondo le quali i miliziani del sedicente Stato islamico (Is) starebbero cercando un accordo con le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti che li circondano, chiedendo una via di fuga sicura in cambio della liberazione di alcuni ostaggi che sostengono di avere nelle loro mani.

Tra questi - precisa il quotidiano - figurano "il giornalista britannico" John Cantlie, "un prete italiano, Paolo Dall'Oglio, 64 anni, e un'infermiera della Croce Rossa dalla Nuova Zelanda". I tre, ricorda il 'Times', furono sequestrati separatamente nei giorni dell'ascesa in Siria del gruppo terrorista.

Due giorni fa il sottosegretario britannico all'Interno, Ben Wallace, in un briefing alla stampa, ha dichiarato che Cantlie, catturato dallo Stato Islamico oltre sei anni fa, è ancora vivo. Il giornalista è noto per essere comparso in una serie di video propagandistici dell'Is, ma non se ne hanno notizie dalla sua ultima apparizione nel 2016. Nell'ultimo video veniva mostrato a Mosul, nel nord dell'Iraq.

Uno spiraglio "importante anche se non c'è ancora nulla di confermato" dice all'AdnKronos Francesca Dall'Oglio, sorella del sacerdote in riferimento all'indiscrezione riferita dal 'Times', accolta dai famigliari del sacerdote con cauta speranza. "Ho sempre continuato a sperare che Paolo fosse vivo. Speriamo davvero che sia vivo anche se a tutt'ora non c'è nulla di confermato dall'Unità di crisi" della Farnesina.

L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha smentito la notizia secondo la quale sarebbe in corso una trattativa per la liberazione di Padre dall'Oglio e del giornalista britannico John Cantlie in cambio di un salvacondotto verso una zona sicura per i restanti miliziani del sedicente Stato Islamico (Is) e i loro familiari presenti nella zona a est del fiume Eufrate in Siria. L'Osservatorio cita fonti delle Forze democratiche siriane (Fds), l'Alleanza curdo araba sostenuta dalla coalizione militare internazionale a guida Usa nell'ottica della lotta all'Is. Sul sito ufficiale dell'Osservatorio, comunque, gli attivisti non fanno riferimento alle condizioni attuali di dall'Oglio. Gli attivisti ricordano che nel 2015 avevano ottenuto informazioni da un ex componente dell'Is, che aveva sostenuto di aver visto con i suoi occhi il gesuita italiano in un carcere controllato dal battaglione uzbeko del gruppo jihadista a ovest della città di al-Tabqah nella periferia di Raqqa.

"Spero che sia vivo e che stia bene ma è davvero difficile credere a questa notizia", afferma ad Aki-Adnkronos International l'attivista Hussam Eesa, fondatore del gruppo 'Raqqa viene massacrata silenziosamente', il quale, precisando di trovarsi in Europa e di essere in contatto con "il team che è ancora" in Siria, dichiara di non aver avuto di recente notizie su Padre Dall'Oglio, ma è scettico riguardo le sorti del gesuita perché gli spazi di operatività dell'Is in Siria sono ormai ridottissimi. "Non c'è spazio per le famiglie (dei miliziani, ndr) dell'Is, come possono allora avere degli ostaggi?", spiega il fondatore del gruppo nato per denunciare i crimini del sedicente Stato islamico (Is) in quella che era la 'capitale' del gruppo nella Siria settentrionale. Secondo Eesa, ora il gruppo jihadista controlla solo "una piccola area".

GLI ALTRI ITALIANI - Oltre a padre Dall'Oglio, ci sono almeno altri tre italiani di cui non si hanno più notizie: Luca Tacchetto, Silvia Romano e padre Pier Luigi Maccalli. Il primo, 30enne di Vigonza, risulta scomparso in Burkina Faso dal 15 dicembre insieme con l’amica canadese Edith Blais. Partiti il 20 novembre per un viaggio nel Paese dell'Africa occidentale, i due erano arrivati a Bobo-Dioulasso, la seconda più grande città del Burkina Faso, con un'auto, una Megan Scenic con targa italiana, per poi dirigersi verso la capitale Ouagadougou. Canada e Italia ritengono che i due siano stati rapiti.

Al 20 novembre risale invece la scomparsa in Kenya della cooperante Silvia Romano, rapita da un commando armato nel villaggio di Chakama, a circa 70 km da Malindi. La ragazza era arrivata in Africa con un progetto dell’associazione onlus Africa Milele, che opera nel Paese africano su progetti di sostegno all'infanzia.

Dal 17 settembre non si hanno invece più notizie di padre Pier Luigi Maccalli, sacerdote della Società per le Missioni Africane (Sma). Il missionario 57enne originario di Cremona è stato rapito in Niger presumibilmente da jihadisti di etnia fulani, mentre si trovava nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. A dicembre, fonti non verificate hanno fatto sapere alla Sma che il religioso è ancora vivo, ma vi è nessuna notizia certa sul luogo in cui è tenuto prigioniero né sui passi intrapresi per liberarlo.

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