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Venezuela, 'anche per italiani è un inferno al confine col Brasile'

26 febbraio 2019 | 19.38
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Qui è un inferno per tutti, anche per i membri della comunità italiana". Santa Elena de Uairen è una città di 30.000 abitanti al confine tra Venezuela e Brasile, nello stato di Bolivar. Da sabato, quando gli aiuti umanitari avrebbero dovuto entrare in territorio venezuelano, il capoluogo del comune di Gran Sabana è "in uno stato d'assedio". Americo De Grazia, deputato dell'assemblea nazionale, descrive all'Adnkronos un quadro "infernale".

"Secondo i nostri calcoli sono state uccise almeno 25 persone, a cominciare da alcuni indigeni Pemon, ma non ci sono stime precise. Alcune persone sono irreperibili, altre pensiamo siano state arrestate e portate via", afferma.

"Il territorio è totalmente militarizzato. Le strade sono deserte, presidiate dagli uomini di Maduro. Non si tratta solo di soldati, c'è di tutto: esercito, guardia nazionale, polizia nazionale. E poi ci sono i 'colectivos', bande paramilitari. E ci sono i delinquenti comuni -dice De Grazia-. Il sindaco si nasconde, la città è guidata da una sorta di sindaco ad interim che cerca di tenere in piedi i servizi basilari, ma è tutto estremamente complicato".

"Abbiamo informazioni e motivi per ritenere che i cadaveri vengano trasferiti in una struttura militare. L'ospedale principale della città è blindato: chi cerca di entrare, per ricevere cure o visitare un parente, viene fermato, controllato, perquisito, seguito. C'è un agente o un soldato per ogni civile, non si può nemmeno parlare liberamente con un familiare malato -prosegue De Grazia-. Siamo in uno stato di militarizzazione assoluta, si punta a rendere tutto invisibile".

"Santa Elena de Uairen, per la sua collocazione, è un centro cruciale per i rapporti economico con il Brasile. Il regime ha chiuso la frontiera e vuole arrivare a smantellare qualsiasi relazione con il paese vicino", dice ancora.

Lo stato di Bolivar, come tutto il Venezuela, ospita cittadini ed aziende legati all'Italia. Anche chi vive e lavora nelle zone di Tukemeno e Guasipati fa affidamento sui collegamenti con il Brasile. "L'economia locale dipende al 100% dai rapporti con il paese confinante e questo vale anche per la comunità italiana. Senza questo legame, per la regione non c'è nessun futuro", sottolinea.

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