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Visita Conte riafferma sostegno dell'Italia": parla l'ambasciatore serbo a Roma

06 marzo 2019 | 12.29
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Goran Aleksic Ambasciatore della Repubblica di Serbia in Italia
Goran Aleksic Ambasciatore della Repubblica di Serbia in Italia

La visita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oggi in Serbia, "riafferma la continuità del dialogo politico ed economico tra i nostri due paesi, così come della presenza italiana da noi". A sottolinearlo, in un'intervista all'Adnkronos, è l'ambasciatore della Repubblica di Serbia in Italia, Goran Aleksic, parlando di una visita "molto importante" e facendo notare come Belgrado - dove Conte ha in programma colloqui con la premier Ana Brnabic e con il presidente Aleksandar Vucic incentrati su temi bilaterali e regionali - sia la meta scelta dal premier italiano per la sua prima visita in Europa quest'anno.

"Per noi un complimento, una testimonianza degli ottimi rapporti che intercorrono tra i due paesi, anche per l'Italia, e del fatto che Roma guarda alla regione dei Balcani occidentali come ad una zona di interesse strategico, che deve essere stabile e prospera", sottolinea il diplomatico.

L'Italia, spiega Aleksic, "è un paese molto vicino, un paese che dà molto sostegno politico al nostro percorso europeo, che capisce molto bene le relazioni, in una regione che è stata sempre specifica, qualche volta complicata". "Gli italiani - osserva ancora l'ambasciatore - sono stati sempre in grado di capire i problemi e di cercare di aiutare, non solo noi, ma tutti gli altri, ad andare avanti, tanto più oggi che l'ambizione di tutti noi nella regione dei Balcani occidentali è quella di unirci all'Unione Europea".

"Per noi - prosegue - entrare nell'Ue è una questione estremamente importante, aiuterà anche noi a cambiare le cose, a riformarci, anche se le riforme sono già in pieno corso". "Per questo - sottolinea - auspichiamo una maggiore dinamica, un processo più rapido di apertura dei capitoli e questo l'Italia lo capisce, lo riconosce e offre il suo sostegno politico, i suoi consigli da paese non solo già membro dell'Ue, ma anche tra i più importanti".

"Dall'altra parte, sul versante economico, abbiamo un interscambio di più di 4 miliardi con l'Italia, primo paese di destinazione per l'export serbo e uno tra i primi in termini di scambi commerciali. Abbiamo una forte presenza di ditte italiane, dalla Fiat a Banca Intesa a Ferrero e tante tante altre", prosegue l'ambasciatore Aleksic, spiegando che la visita di Conte prevede anche una conferenza stampa e un incontro con la business community italiana. "Da parte nostra - conclude - è interesse sviluppare ulteriormente i rapporti economici che sono già ottimi. Penso che le ditte italiane sappiano che la Serbia è un paese che ha i conti a posto, una stabilità politica ed economica che ha portato grandi investimenti, che siamo vicini all'Ue, che abbiamo tanti specialisti".

L'ambasciatore Aleksic sottolinea quindi come la Serbia sia aperta al dialogo con i rappresentanti di Pristina che si svolge "sotto gli auspici dell'Ue" a Bruxelles e come i colloqui che il premier italiano Giuseppe Conte avrà a Belgrado saranno occasione per la leadership serba per ribadirlo. E per ricordare che "abbiamo fatto tutto quello che era previsto per la nostra parte nell'accordo di Bruxelles". "E' nostro interesse avere una situazione stabile, una situazione di sicurezza per tutti i non albanesi che vivono in Kosovo e Metohia, una vita normale come a Belgrado o a Roma", ha aggiunto.

"D'altra parte - osserva il diplomatico - continuiamo ad attendere la creazione dell'Associazione delle municipalità serbe, prevista dall'accordo, e sulla quale non si è mosso un passo. Al contrario sono stati introdotti dazi sulle nostre merci in entrata. Inoltre, nonostante l'opinione contraria di molti paesi della Nato, le forze di sicurezza locali si vogliono trasformare in un esercito. Anche questo non aiuta ed è una cosa alla quale ci opponiamo perché è contraria alle regole del diritto internazionale. Noi vogliamo che tutti quelli che vivono in Kosovo e Metohia si sentano sicuri come parte di una regione tranquilla".

"Le nostre intenzioni sono di avere un dialogo con Pristina, normalizzare assolutamente le cose, ma abbiamo ostacoli nel nostro percorso e senza dubbio non siamo noi la parte che sta creando questi ostacoli - conclude l'ambasciatore Aleksic - Importante è dunque procedere verso la rimozione dei dazi introdotti, quindi procedere alla creazione dell'Associazione delle municipalità serbe. Speriamo che Pristina si muova, vada avanti ma le ultime decisioni prese non aiutano e fermano il processo e il dialogo".

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