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Arriva Xi, cosa c'è da sapere

21 marzo 2019 | 15.11
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Il presidente cinese Xi Jinping con la moglie (Fotogramma/Ipa)
Il presidente cinese Xi Jinping con la moglie (Fotogramma/Ipa)

A Roma è tutto pronto: il presidente cinese Xi Jinping è arrivato nella Capitale insieme alla first lady Peng Liyuan (e a una delegazione di 500 persone tra accompagnatori e diplomatici) per la sua prima visita di Stato in Italia. L'uomo più potente della Cina alloggerà all'hotel Parco dei Principi, ai Parioli - vicino a Villa Borghese - dove tutta l'area è off-limits. Al centro della visita c'è la firma il memorandum d'intesa sulla nuova Via della Seta. Ecco, di seguito, tutto quello che c'è da sapere sulla visita di Xi.

LE TAPPE - Non accadeva dal 2009, in occasione del Q8 a L'Aquila, che un Capo di Stato cinese venisse in visita in Italia e in un momento storico nel quale si gettano le basi per la Nuova Via della Seta. Domani Xi incontrerà il capo dello Stato Sergio Mattarella al Quirinale mentre sabato è in programma la firma del memorandum di intesa a villa Madama, con il premier Giuseppe Conte. Xi partirà poi per Palermo, ultima tappa della sua visita in Italia.

ROMA BLINDATA - Per l'uomo più potente della Cina Roma ha schierato un esercito silenzioso di migliaia di uomini addestrati a ogni pericolo. Spaccata in due aree, la Green zone A e la più piccola e non meno importante B, dovrà continuare a cullare i turisti che ogni giorno la percorrono toccando i punti più delicati, diventando insieme forte e attenta. Da piazza dell'Ara Coeli passando per piazza Venezia a Largo di Torre Argentina fino al lungotevere Marzio, Corso Italia, via Cavour e piazza del Campidoglio tiratori scelti, artificieri a bonificare le strade da possibili ordigni, agenti della fluviale lungo gli argini del Tevere, unità cinofile, poliziotti, carabinieri, agenti della Polizia Locale saranno l'imbottitura per monumenti e palazzi istituzionali illuminati da giornate primaverili e affollate.

L'area B di minore estensione abbraccia invece la zona compresa tra via Saverio Mercadante, largo Spinelli e via Gerolamo Frescobaldi dove si trova il Parco dei Principi Grand Hotel pronto ad accogliere il presidente e la moglie insieme alla delegazione. Guidato dalla Soprintendente Alfonsina Russo, Xi si recherà poi in una visita esclusiva all'interno del Colosseo chiuso per l'occasione. Venerdì la visita ai Colli del potere, a cominciare dal Quirinale, fino a sabato mattina quando, poche ore prima di lasciare Roma per partire alla volta di Palermo, Xi Jinping incontrerà il premier Giuseppe Conte a Palazzo Madama per firmare il memorandum di intesa.

COS'E' LA VIA DELLA SETA - Il memorandum d'intesa tra Italia e Cina sulla 'Belt and Road Initiative', la nuova Via della Seta voluta da Pechino per connettere Asia, Europa e Africa, ha sollevato un polverone di polemiche visto che l'Italia sta per diventare il primo paese del G7 ad appoggiare formalmente la spinta all'investimento globale della Cina. Il mastodontico progetto proposto da Pechino sin dal 2013, mira a ridefinire il sistema di rapporti economici e politici a livello globale.

La Belt & Road Initiative prevede, sin dall'inizio, la creazione di due corridoi - uno marittimo e uno terrestre - con l'obiettivo di trasformare la Cina nel perno di una rete di collegamenti estesa tra Europa, Africa Orientale e Estremo Oriente. Per la realizzazione della rete, che dovrebbe snodarsi attraverso imprescindibili infrastrutture e nodi nevralgici, sono stati stanziati già oltre 100 miliardi. Come ha riassunto la Banca Mondiale, il progetto mira a rafforzare i collegamenti infrastrutturali, commerciali e di investimento tra la Cina e altri 65 paesi che rappresentano collettivamente oltre il 30% del Pil globale, il 62% della popolazione e il 75% delle riserve energetiche conosciute.

L'asse principale è rappresentato dalla Silk Road Economic Belt, la 'via della seta' che collega la Cina all'Asia centrale e meridionale e si spinge verso l'Europa. L'altra direttrice è costituita dalla 'Nuova via della seta marittima', che collega la Cina alle nazioni del sudest asiatico, ai paesi del Golfo, al Nord Africa e all'Europa. Per completare il quadro, altri sei corridoi economici sono stati individuati. Mentre in Europa i cinesi hanno messo gli occhi sui porti di Valencia e Rotterdam non è da sottovalutare il possibile ruolo di Trieste e Genova. Soprattutto il primo - vincendo la concorrenza di Capodistria - offrirebbe alle aziende cinesi una porta aperta sui Balcani e sulla Mitteleuropa.

PERCHE' SE NE DISCUTE - L'adesione al protocollo, secondo il Financial Times, comprometterebbe la pressione degli Stati Uniti nei confronti della Cina per il commercio e rischierebbe di danneggiare il tentativo di Bruxelles di trovare un percorso comune nell'Ue per gestire gli investimenti cinesi. Per Washington l'obiettivo di Pechino non sarebbe economico ma geopolitico. Niente preoccupazioni, invece, da Bruxelles sul fatto che la firma del memorandum possa ridurre il potere negoziale dell'Ue nei confronti della Cina. Gli Stati membri dell'Unione Europea, Italia inclusa, "non possono negoziare alcunché che sia in contrasto con il diritto Ue, quindi non abbiamo particolari preoccupazioni sul fatto" ha spiegato un alto funzionario Ue.

In totale sono 13 i Paesi europei che hanno firmato memorandum d'intesa con la Cina. Accordi che non destano preoccupazioni, perché contengono rassicurazioni sul rispetto delle norme Ue. Il primo ministro Giuseppe Conte ha comunque assicurato che l'iniziativa cinese "non è un accordo internazionale e non crea vincoli giuridici" mentre il capo dello Stato, Sergio Mattarella ha sottolineato che la Via della Seta "ha anche valore culturale".

L'UOMO CHIAVE - Figura cruciale del perno tra Roma e Pechino è Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo economico con deleghe al commercio estero. Geraci ha guidato l'avvio di una task force governativa ad agosto per promuovere le relazioni sino-italiane e, in un post pubblicato un anno fa su un blog, ha sostenuto che la Cina potrebbe risolvere molti dei problemi dell'Italia nel prossimo decennio, attraverso un maggiore impatto sulla crescita che calmerebbe i timori del mercato sul debito italiano e coprirebbe una caduta degli investimenti esteri. Secondo il sottosegretario, la Cina potrebbe anche contribuire a contenere il flusso migratorio illegale dall'Africa e sostenere le questioni di sicurezza in Italia.

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