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Brexit, che succede ora?

29 marzo 2019 | 17.19
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Tutti gli scenari dal no deal al rinvio

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

E ora che succede? Dopo la terza bocciatura dell'accordo di divorzio fra Londra e Bruxelles, si aprono diversi scenari, che vanno dal no deal ad una lunga estensione dell'articolo 50, fino alla possibilità di cancellare la Brexit. La prossima scadenza importante è il 12 aprile. L'ultimo Consiglio Europeo ha stabilito che, in caso di nuova bocciatura del piano May, si potrà prendere in considerazione prima di quella data una nuova richiesta, motivata, di una lunga estensione dell'articolo 50, altrimenti la Gran Bretagna uscirà tra due settimane esatte.

Lunedì primo aprile il parlamento britannico si riunirà per una serie di voti indicativi su possibili alternative al piano May. Se si riuscirà a trovare un accordo su una proposta, bisognerà vedere se il governo accetterà di sostenerla. In questo caso la May potrebbe chiedere un'estensione dell'articolo 50 per realizzare il nuovo progetto. Se passerà l'idea di una soft Brexit, ovvero l'unione doganale caldeggiata dai laburisti, non è escluso che l'accordo di divorzio possa essere finalmente approvato, magari grazie ad una revisione in questo senso della dichiarazione politica che l'accompagna. In questa eventualità la Gran Bretagna lascerebbe l'Ue il 22 maggio nell'ambito di un accordo. E poi dovrebbe negoziare i termini dell'unione doganale durante il periodo di transizione.

Se nessuna proposta alternativa otterrà la maggioranza, oppure se il governo non vorrà appoggiare le decisioni della Camera dei Comuni, le strade sono due: uscita dall'Ue senza accordo il 12 aprile, oppure richiesta di una estensione lunga, nove mesi o un anno, il che comporterà la partecipazione alle elezioni europee di maggio. Il governo di Londra dovrà motivare la richiesta di estensione perché sia accettata dagli altri 27 paesi. Il rinvio potrebbe essere chiesto per tentare di negoziare un diverso accordo, votare un'ennesima volta sul piano May, convocare nuove elezioni oppure indire un secondo referendum. E alla fine potrebbe anche succedere che la Brexit venga revocata.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha intanto convocato un vertice straordinario per il 10 aprile. Se non giungerà nessuna richiesta da Londra, la Ue potrebbe decidere di tagliar corto e prepararsi al no deal, oppure - ipotizza il Guardian - lanciare un ultimo appello ai deputati britannici, offrendo un rinvio della Brexit a determinate condizioni che Westminster potrebbe decidere di mettere ai voti.

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