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Vincitori e vinti

27 maggio 2019 | 14.26
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Farage, Sanchez, Timmermans sono fra i protagonisti di successodelle elezioni, che in Francia vedono primo partito il Rassemblement National di Le Pen subito davanti al partito Lrem del presidente Macron. Sconfitto in Grecia il premier Alexis Tsipras della sinistra radicale di Syriza, che ha subito convocato elezioni anticipate. Insuccesso dei populisti di estrema destra in Olanda, mentre in Ungheria trionfa Orban

Da sinistra Farage, Sanchez, Tsipras e Wilders (Foto Fotogramma e Afp)
Da sinistra Farage, Sanchez, Tsipras e Wilders (Foto Fotogramma e Afp)

Vincitori e vinti. Nigel Farage, Pedro Sanchez, Frans Timmermans sono fra i protagonisti di successo delle elezioni europee, che in Francia vedono primo partito il Rassemblement National di Marine Le Pen subito davanti al partito Lrem del presidente Emmanuel Macron. Sconfitto in Grecia il premier Alexis Tsipras della sinistra radicale di Syriza, che ha subito convocato elezioni anticipate. Insuccesso dei populisti di estrema destra in Olanda, mentre in Ungheria trionfa Viktor Orban.

E in Germania i Verdi diventano il secondo partito. In un voto che vede in calo le forze tradizionali dei popolari e i socialisti, anche se il Ppe rimane il primo gruppo, dove l'avanzata sovranista appare contenuta e crescono liberali e verdi, a vincere è infine anche la partecipazione democratica che per la prima volta supera la soglia del 50% su scala europea.

NIGEL FARAGE: il suo neonato Brexit party è il primo partito in Gran Bretagna con il 31,7%. Farage torna protagonista sulla scena politica, con un risultato che non mancherà di pesare sulle scelte future per la Brexit e la nomina del nuovo leader conservatore.

PEDRO SANCHEZ: con 20 eurodeputati il premier socialista spagnolo vede riconfermato il successo ottenuto alle politiche di un mese fa e conquista un ruolo di primo piano nel gruppo dei Socialisti e democratici, all'interno del quale diventa il partito più forte. Il risultato gli permetterà di far pesare di più la Spagna nelle istituzioni di Bruxelles.

FRANS TIMMERMANS: lo 'spitzencandidat' dei socialdemocratici vince a sorpresa le elezioni in Olanda e rafforza il campo europeista. Il suo partito laburista è il primo del paese con sei seggi, mentre i Liberali del premier Mark Rutte ottengono solo 4 seggi.

MARINE LE PEN e JOURDAN BARDELLA: in Francia il Rassemblement National di Marine Le Pen, con capolista l'appena 23enne Bardella, si riconferma primo partito come nel 2014. Sul piano simbolico si tratta di un successo per il partito sovranista di estrema destra, ma è una vittoria di misura che non riesce a capitalizzare la protesta dei gilet gialli: l'Rn ottiene il 23,3 % con meno di un punto di vantaggio rispetto all'Lrem del presidente Emmanuel Macron e un leggero calo rispetto al 24, 8 % del 2024.

EMMANUEL MACRON: il presidente francese sperava che il suo partito La Republique en marche potesse arrivare primo, ma viene costretto, seppur di misura, al secondo posto dietro i sovranisti del Rassemblement National. Tuttavia l'umiliazione viene compensata dal ruolo di primo piano che potrà avere in seno al gruppo liberale Alde, che esce rafforzato dall'arrivo degli eurodeputati francesi e potrebbe contare sempre di più negli equilibri dei vertici europei. Il suo partito non sfonda, ma tiene, mentre le vecchie forze politiche tradizionali di Les Republicains (8,48%) e i socialisti (6,3%) sono in caduta libera.

VERDI: i partiti ecologisti sono una delle sorprese delle elezioni europee. In Germania i Verdi di Robert Habeck diventano il secondo partito del paese con il 20,5%, relegando i socialdemocratici dell'Spd ad un umiliante terzo posto con il 15,8%. I Grunen sono l'unica forza dichiaratamente in crescita, mentre la Cdu di Angela Merkel rimane in testa ma al 28,9% in uno dei suoi peggiori risultati. I Verdi diventano il terzo partito in Francia e ottengono successi in Finlandia, Lussemburgo e in Gran Bretagna. Ma non ottengono seggi nei paesi dell'Europa meridionale ed orientale, mentre in quella centrale ne vincono due solo in Austria (in calo rispetto al 2014).

VIKTOR ORBAN: il partito sovranista Fidesz del primo ministro ungherese ottiene il 53% e 13 seggi. Ma ora dovrà decidere se assumere toni più moderati e cercare di rimanere nel Partito popolare europeo, che lo ha sospeso prima del voto, o raggiungere un gruppo euroscettico.

ALEXIS TSIPRAS: il successo del suo partito della sinistra radicale Syriza alle europee del 2014 aveva anticipato la vittoria alle politiche del 2015, stravolgendo il panorama politico ellenico. Ma ora il primo ministro greco è arrivato secondo dietro ai conservatori di Nuova Democrazia con un distacco del 9%. E ha annunciato che chiederà elezioni anticipate rispetto alla scadenza di ottobre. Costretto ad una serie di compromessi dopo l'avvento al governo, Tsipras ha deluso una parte dei suoi elettori. Ma si riconferma il principale partito di sinistra al posto del Pasok, ormai scomparso.

GEERT WILDERS: con il suo partito anti immigrati, l'olandese dall'inconfondibile chioma bionda è stato fra i precursori dei partiti sovranisti europei, sul palco insieme a Matteo Salvini a Milano dieci giorni fa. Ma questa volta il suo partito della Libertà (Pvv) non ottiene nemmeno un seggio. Delude anche l'altro partito sovranista olandese, il Forum per la Democrazia del 'dandy sovranista' THIERRY BAUDET, che aveva registrato un forte successo alle amministrative di marzo. Contrariamente ai sondaggi, che gli assegnavano fino a cinque eurodeputati, ne ha ottenuti solo tre finendo al quarto posto.

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