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"Nordcoreani prigionieri della corruzione", la denuncia Onu

28 maggio 2019 | 16.23
LETTURA: 3 minuti

Solo chi ha soldi per pagare mazzette riesce a procurarsi il necessario per vivere

Il leader nordcoreano Kim Jong Un (Fotogramma)
Il leader nordcoreano Kim Jong Un (Fotogramma)

"Un circolo vizioso fatto di privazioni, corruzione e repressione". E' questa la realtà che milioni di nordcoreani si trovano ad affrontare ogni giorno, nel 'regno eremita' di Kim Jong Un. A descrivere le condizioni di vita a nord del 38° parallelo è un rapporto delle Nazioni Unite, che accusa il regime di Pyongyang di una gestione dissennata dell'economia. La sopravvivenza quotidiana, afferma il rapporto, è resa ancora più difficile dalla continua richiesta di mazzette da parte dei funzionari di regime.

Il rapporto, intitolato 'Il prezzo è giusto', è stato realizzato attraverso le interviste fatte a 214 persone che sono riuscite a disertare e mettersi in salvo oltreconfine, tra il 2017 e il 2018. Il collasso del sistema di distribuzione statale negli anni '90, sottolinea il documento, ha costretto circa tre quarti della popolazione a fare ricorso al mercato nero, perché le razioni quotidiane garantite dal regime non sono sufficienti a garantire un'alimentazione adeguata.

"Se ci si limita a seguire le istruzioni del regime, si muore di fame", ha raccontato uno dei disertori. Ed è grazie all'illegalità dei vari mercati 'paralleli' che fiorisce la corruzione, con i funzionari di stato pronti a 'chiudere un occhio' in cambio di denaro. Quelli che possono permetterselo, ha raccontato un altro disertore, "riescono a farla franca su tutto, compreso l'omicidio".

Il rapporto dell'Onu, citato dalla Bbc, critica anche la gestione economica del regime di Kim, salito al potere nel 2011 dopo la morte del padre. Pyongyang si difende puntando il dito contro le sanzioni, che avrebbero messo il Paese in ginocchio, e affermando che il rapporto ha una "motivazione politica" e lo "scopo sinistro" di danneggiare il regime. Eppure, sostiene l'Onu, le ristrettezze riguardano solo la popolazione civile, mentre l'apparato militare riceve risorse adeguate.

Il Programma alimentare mondiale stima che siano 10,1 milioni i nordcoreani che soffrono di carenze alimentari, anche a causa del peggior raccolto dell'ultimo decennio, che ha lasciato i magazzini di stato privi di un milione di tonnellate di derrate alimentari.

"Mi preoccupa che la costante attenzione alla questione nucleare distolga l'attenzione dal terribile stato dei diritti umani per milioni di nordcoreani", ha detto l'alta commissaria Onu per i Diritti umani, Michelle Bachelet. "Il diritto al cibo, alla salute, alla casa, al lavoro, alla libertà di movimento e alla libertà in generale è universale e inalienabile, ma in Corea del Nord dipende soprattutto dalla capacità degli individui di corrompere i funzionari statali", ha detto la commissaria Onu.

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