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Fake news su strage a scuola, padre vince causa

19 giugno 2019 | 18.09
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Libro scriveva che massacro alle elementari Sandy Hook era una messa in scena

Scarpe delle 700 vittime delle stragi in scuole Usa. Manifestazione a Washington.  - (FOTOGRAMMA)
Scarpe delle 700 vittime delle stragi in scuole Usa. Manifestazione a Washington. - (FOTOGRAMMA)

Il padre di un bambino di sei anni ucciso nella strage alla scuola elementare Sandy Hook ha vinto una causa contro l'editore di un libro di fake news che negava l'esistenza di quel massacro. Leonard Pozner, padre del piccolo Noah, si batte da anni contro cospirazionisti convinti che quella fu una messa in scena, orchestrata dalla protezione civile americana (Fema) per promuovere leggi sul controllo delle armi negli Stati Uniti. Al suo terribile dolore di padre si aggiungono ormai da tempo minacce di morte di persone che l'accusano di recitare una parte.

"Questa è una vittoria per me e la mia famiglia, una vittoria per le famiglie delle vittime dei sopravvissuti di tutte le stragi di massa che sono stati presi di mira da questa gente", ha detto Pozner, citato dal New York Times, dopo che un giudice del Wisconsin gli ha dato ragione. Il tribunale ha riconosciuto che il libro "Nessuno è morto a Sandy Hook: era una esercitazione della Fema per promuovere il controllo delle armi" ha diffamato Pozner, scrivendo che aveva falsificato il certificato di morte del figlio come parte di una cospirazione.

Il libro sarà ora ritirato dalla vendita e una giuria dovrà determinare l'ammontare dei danni che saranno pagati dai due autori, James Fetzer e Mike Palecek. L'editore, Dave Gahary, si è scusato pubblicamente con Pozner, affermando che ora crede alla verità del massacro.

Pozner ha fondato il gruppo HONR network che ha spinto Facebook, Youtube e altre piattaforme a rimuovere migliaia di post cospirazionisti sul massacro del 14 dicembre 2012, in cui un ventenne uccise 20 bambini fra i sei e i sette anni, oltre a sei membri dello staff, in una scuola elementare del Connecticut. Pozner e altri genitori hanno promosso due cause contro Alex Jones, noto cospirazionista di estrema destra e animatore del sito Infowar. I processi sono in corso, ma intanto Jones ha ammesso in marzo che il massacro era realmente avvenuto.

Nel 2016 una donna, Lucy Richards, è stata condannata a cinque mesi di carcere per aver inviato minacce di morte a Pozner. Questa sentenza non ha messo però fine alla persecuzione. Pozner e la sua famiglia - la moglie Veronique, la sorella gemella di Noah, Arielle (ora 13enne) e l'altra figlia Sophia, 14 anni - vivono il più possibile nascosti per sfuggire alle minacce. Intanto nella cittadina di Newtown, dove sette anni fa è avvenuta la strage, il dolore dei familiari continua ad essere fin troppo reale. Lo scorso 25 marzo si è tolto la vita il 49enne Jeremy Richman, padre di Avielle, una delle bambine uccise.

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