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Ucraina: MH17, incriminati in 4, fra cui tre russi

19 giugno 2019 | 13.36
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Ma l'inchiesta continua. Si cercano altre prove su chi ha manovrato il sistema anti missile e sulle persone inserite nel sistema decisionale russo che hanno fornito il sostegno logistico

Igor Girkin nel 2014 (Afp)
Igor Girkin nel 2014 (Afp)

Il procuratore capo olandese Fred Westerbeke ha reso nota l'incriminazione di quattro persone per omicidio per il loro ruolo nell'abbattimento del volo MH17 nell'est dell'Ucraina nel 2014, tragedia aerea in cui persero la vita 298 persone.

Si tratta di tre russi, l'allora 'ministro degli esteri' della autoproclamata repubblica indipendente di Donetsk, Igor Girkin, del responsabile dei servizi di intelligence di Donetsk (Gru-Dnr) Sergei Dubinsky, accusato di aver impartito l'ordine per il trasferimento del lanciatore del missile Buk e del suo numero due, Oleg Pulatov, che ha scortato il sistema, e dell'ucraino Leonid Kharchenko, anche lui nel Gru-Dnr.

Contro di loro è stato spiccato un mandato di cattura internazionale. Oggi stesso gli inquirenti chiederanno alla Russia l'estradizione dei sospetti, ma anticipano che il processo di svolgerà anche senza che gli imputati si presentino in tribunale. La prima udienza è stata fissata il 9 marzo del 2020 in Olanda. I quattro sono considerati responsabili di aver portato il sistema missilistico Busk da cui è partito il missile che ha abbattuto l'aereo di linea dalla Russia nel Donbass.

L'inchiesta non si fermerà con l'incriminazione dei quattro presunti responsabili citati oggi. Al momento "non ci sono abbastanza prove per fare gli stessi passi" contro nessuna altra persona, ha spiegato il capo della polizia investigativa della polizia olandese Wilbert Paulissen. "Altri hanno svolto un ruolo nell'abbattimento del volo. Si continua a indagare sulle persone che hanno manovrato il sistema missilistico Buk e sulle persone inserite nel processo decisionale russo che hanno fatto da importante collegamento per fornire supporto logistico ai separatisti nell'est dell'Ucraina", ha affermato.

Il Cremlino respinge i risultati dell'inchiesta condotta da una commissione internazionale in cui sono rappresentati i paesi di origine delle vittime, lamentando il mancato coinvolgimento della Russia nell'inchiesta. E Igor Girkin nega le accuse. "Né io, né alcun altro separatista siamo da incolpare", ha affermato l'ex comandante delle forze separatiste dell'autoproclamata repubblica indipendente di Donetsk Girkin (noto anche come "Strelkov", cecchino). Girkin, 48 anni, un passato nell'Fsb, colpito dalle sanzioni Usa e dell'Unione europea, vive in Russia, dove è caduto in disgrazia così come la causa dei separatisti.

Di recente ha perfino messo in vendita la medaglia della Crimea che gli era stata conferita dal tycoon russo Konstantin Malofeev, per bisogno di denaro e per segnalare il suo disprezzo, sin dal 2015, per Vladimir Putin, il cui profilo è inciso nella medaglia. "La milizia non ha nulla a che fare" con questa azione, ha aggiunto, precisando che non si presenterà al processo che lo vede incriminato per omicidio il prossimo marzo in Olanda.

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