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Nell'ospedale di Gerusalemme, dove i neonati palestinesi muoiono da soli

20 giugno 2019 | 14.50
LETTURA: 6 minuti

A causa del blocco imposto da Israele a Gaza

Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

A prima vista, nulla sembra fuori posto nell'unità di terapia intensiva neonatale dell'ospedale Al-Makassed di Gerusalemme. Nei nove letti ci sono nove piccoli neonati, tutti con tubi attaccati ai loro corpicini. I monitor emettono suoni elettronici. Gli infermieri camminano da capezzale a capezzale. Un pediatra dall'aria stanca compila le cartelle cliniche. Eppure manca qualcosa: non ci sono i genitori.

Alcuni sono stati mandati a casa a riposare, altri sono scesi a bere con ansia un caffè nella caffetteria al piano di sotto. Ma per due bambini in questo ospedale palestinese del quartiere Al-Tur, non c'è nessuno: le loro madri sono rimaste intrappolate a un'ora e mezza di distanza a causa del blocco imposto da Israele a Gaza. Entrambi i bambini sono poi morti, uno senza vedere di nuovo la sua mamma.

Un destino che accomuna molti dei bambini palestinesi che, gravemente malati, sono stati portati dalla Gaza povera e devastata dalla guerra all'ospedale Makassed, il meglio equipaggiato. Dove però tutti soffrono e muoiono da soli.

Israele consente l'uscita temporanea da Gaza per motivi medici, in alcuni casi, ma non tutti. Allo stesso tempo, impedisce o ritarda seriamente la partenza di molti genitori. Così, dall'inizio dell'anno scorso, 56 bambini di Gaza sono stati separati dalle loro madri e dai loro padri. Sei di loro sono morti senza un genitore presente, secondo l'ospedale.

In un caso, a una madre di 24 anni di Gaza è stato permesso di recarsi a Gerusalemme per dare alla luce tre gemelli gravemente malati con due mesi di anticipo. Due pesavano meno di una confezione di zucchero. Ma dopo che il permesso di Hiba Swailam è scaduto, lei è dovuta tornare a Gaza. Non era quindi in ospedale quando il suo primo figlio è morto dopo nove giorni e neanche quando, due settimane più tardi, ha perso la vita anche il suo secondo bambino. Ad informala è stata una telefonata.

La bambina sopravvissuta, Shahad, ha trascorso i primi mesi della sua vita tra le amorevoli braccia delle infermiere e Hiba poteva vedere sua figlia solo attraverso un collegamento video. Arrivato febbraio, la piccola era pronta per la dimissione, ma nessun membro della famiglia era in grado di andare a prenderla. Dopo essere stati contattate dal 'Guardian' per un commento e le ripetute richieste dell'ospedale, le autorità israeliane hanno permesso a Swailam di uscire da Gaza e recarsi a Gerusalemme.

Physicians for Human Rights-Israel, un ente di beneficenza medico israeliano ha detto che l'anno scorso sono stati rilasciati più di 7000 permessi per minori da Gaza. Sono invece stati meno di 2000 i permessi per i genitori. Il che suggerisce che la maggior parte dei bambini ha viaggiato senza la madre e il padre. Mor Efrat, il direttore del gruppo per i territori palestinesi occupati, ha dichiarato che "il governo israeliano dovrebbe essere ritenuto responsabile per le sofferenze umane".

Separare i bambini malati dai loro genitori può avere un impatto devastante. I medici ritengono che almeno uno dei tre gemelli morti avrebbe avuto più possibilità di sopravvivere se la madre fosse stata presente, anche grazie alla possibilità di allattamento al seno. "Non saprei dire che se la madre fosse stata lì, non sarebbe morta, ma sicuramente avrebbe ridotto le possibilità", ha detto Hatem Khammash, il capo dell'unità neonatale. Mentre Ibtisam Risiq, l'infermiera del personale di servizio incaricata presso l'unità di terapia intensiva pediatrica, ha osservato un effetto psicologico dei neonati che sono da soli nelle sue cure. "Hanno bisogno di amore. I loro battiti cardiaci salgono. Sono depressi ", ha detto.

Saleh al-Ziq, capo dell'ufficio di Gaza che inoltra le domande di permesso di uscita a Israele, ha detto che i bambini ammalati devono essere accompagnati solo da persone sopra i 45 anni, i cui permessi sono stati solitamente trattati più rapidamente dalle autorità israeliane in quanto ritenuti essere meno rischioso. Il risultato è che piuttosto che i genitori, che di solito sono più giovani, Makassed è pieno di nonni. L'ospedale deve coprire i costi per l'alloggio e i pasti, e ha allestito dei letti per farli dormire. Ma in alcuni casi anche loro devono tornare a Gaza e i bambini vengono lasciati completamente soli.

Secondo quanto precisa il Cogat, l'Unità per il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori, i permessi per le esigenze mediche sono emessi in conformità con i criteri pubblicati sul sito web e soggetti a disposizioni di sicurezza. In particolare non esiste un limite di età per il rilascio dei permessi per esigenze mediche e umanitarie e ogni richiesta viene esaminata individualmente. La politica del Coordination and Liaison Administration (CLA) di Gaza richiede che i genitori accompagnino i loro figli minori per le cure mediche con la consapevolezza che i bambini hanno bisogno dei loro genitori in momenti come questi. Tuttavia, se nessuno dei genitori è in grado di scortare il minore per il trattamento, è necessario che un altro rappresentante della famiglia lo faccia.

Il Cogat sottolinea quindi che "il partito responsabile del sistema sanitario nella Striscia di Gaza e il benessere dei suoi residenti è l'organizzazione terroristica di Hamas che ha preso il controllo della Striscia di Gaza nel 2007". "Ci rattrista vedere che chi governa la striscia di Gaza preferisce investire le sue risorse nell'escalation militare e atti di terrore contro i cittadini dello Stato di Israele invece di trattare con la popolazione civile sotto la sua protezione. Allo stesso tempo, l'Autorità palestinese, che è responsabile per le domande di rilascio dei permessi per i pazienti e per i loro accompagnatori, ha drasticamente ridotto il budget per gli aiuti medici per i residenti della Striscia di Gaza".

Nonostante il grande pericolo e lo sfruttamento cinico da parte delle organizzazioni terroristiche dei pazienti di Gaza, e sebbene Israele non sia responsabile per lo stato della sanità nella Striscia, l'Unità per il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori (Cogat) è attiva nell'emissione di decine di migliaia di permessi per i pazienti e per i medici palestinesi, che ricevono una formazione negli ospedali in Israele. Il Cogat assiste persino nell'invio di medicine e attrezzature mediche a dozzine di istituzioni mediche nella Striscia di Gaza.

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