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"Non vogliamo chiudere campi in Libia"

05 luglio 2019 | 20.58
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Parla l'ambasciatore libico a Roma, Omar Tarhuni, dopo le dichiarazioni attribuite al ministro degli Interni Fathi Bashagha interpretate come una sorta di 'ricatto' all'Italia e alla comunità internazionale

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Non è vero" che il governo di Tripoli "vuole rilasciare tutti i migranti che alloggiano nei campi" come quello di Tajoura bombardato nei giorni scorsi, ma "non vogliamo esporli ai rischi del conflitto in corso, il governo di accordo nazionale vuole l'aiuto dell'Italia e dell'Ue per riportarli nei Paesi di origine". Lo chiarisce all'Adnkronos l'ambasciatore libico a Roma, Omar Tarhuni, dopo le dichiarazioni attribuite al ministro degli Interni Fathi Bashagha, che starebbe valutando una chiusura dei campi, e interpretate come una sorta di 'ricatto' all'Italia ed alla comunità internazionale.

"Io non ho visto alcuna dichiarazione ufficiale in tal senso - scandisce il diplomatico -. Il ministro ha detto che, considerata la situazione di conflitto, c'è un rischio, un pericolo per i  migranti che si trovano lì. Ma non ha detto che vuole rilasciarli". Piuttosto, secondo Tarhuni, il governo di Tripoli torna a chiedere l'aiuto dell'Italia, dell'Ue e delle Nazioni Unite "per rimpatriarli: vorremmo dare loro la possibilità  di tornare nei Paesi di origine". L'ambasciatore sottolinea poi come, all'indomani del raid su Tajoura, la comunità internazionale abbia preso delle posizioni "molto forti: ma perché non parla allo stesso modo delle vittime libiche del conflitto? Libici e migranti non sono tutti esseri umani?".

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