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Gli S-400 della discordia, Erdogan sfida Usa e Nato

12 luglio 2019 | 15.50
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Con Washington è l'ora della verità, in cantiere "pesanti sanzioni"

(Afp)
(Afp)

Gli aut aut sono caduti nel vuoto. Per quasi due anni gli Stati Uniti, alleati della Turchia in ambito Nato, hanno cercato di convincere Ankara a rinunciare agli S-400 russi. Recep Tayyip Erdogan li ha fortemente voluti in nome della "sicurezza" e così ha fatto 'l'affare' con la Russia. La Turchia ha annunciato l'arrivo dei primi componenti del sistema a due giorni dallo sbarco ad Ankara del nuovo ambasciatore Usa. La Turchia è il primo Paese Nato ad affidarsi alla Russia per il suo arsenale e la Russia mette lo zampino - militare - in un Paese Nato.

Erdogan ha lanciato la sua nuova sfida agli Usa con un sistema che suscita timori a Washington quanto nella Nato. "Siamo preoccupati per le potenziali conseguenze della decisione turca", ha detto un funzionario dell'Alleanza. Per la Turchia di Erdogan sarebbero in cantiere "pesanti sanzioni", come scrive Josh Rogin sul Washington Post dopo aver ascoltato voci dell'Amministrazione Trump. Rischia l'economia turca (Erdogan ha appena silurato il governatore della Banca Centrale) e in ballo c'è anche la posizione della Turchia nella Nato oltre ai rapporti con gli Usa. Erdogan, che non è mai sembrato davvero interessato ai Patriot offerti dagli Usa, lo sa. Anche se dopo aver visto Trump a Osaka ha affermato di non credere che "l'alleato strategico" annuncerà sanzioni contro la sua Turchia. Eppure da tempo Ankara dice di prepararsi all'eventualità di sanzioni americane in risposta all'acquisto dalla Russia degli S-400 (a maggio lo confermava anche il ministro turco della Difesa). Le sanzioni sono "necessarie", ha sottolineato più di recente l'ambasciatrice americana alla Nato, Kay Bailey Hutchison. E quattro importanti senatori americani, democratici e repubblicani, hanno esortato Trump a imporle.

La Turchia non rischia solo le sanzioni Caatsa (Countering America's Adversaries Through Sanctions Act) - che avrebbero comunque un impatto di non poco conto sull'economia turca - ma potrebbe anche essere tagliata fuori dal programma F-35. I caccia dovrebbero infatti 'convivere' con i sistemi chiamati a intercettarli. In un'epoca in cui ogni giorno si parla di spionaggio e controspionaggio.

I mesi passati sono già stati segnati dalla 'guerra di sanzioni' tra Usa e Turchia, all'epoca ai ferri corti per il caso del pastore americano Andrew Brunson che è stato a lungo in carcere con l'accusa di sostegno a un'organizzazione terroristica. Quelli futuri, pensano in tanti, non possono essere quelli della 'proliferazione' degli S-400 (anche se non è chiaro quando il sistema sarà operativo). Nel 2014 la Cina è stata la prima a firmare un contratto con i russi per l'acquisto dei sistemi, ma quella con la Turchia è tutta un'altra storia.

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