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Al via il vertice sul clima

23 settembre 2019 | 08.58
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I leader mondiali si riuniscono al Palazzo di Vetro per discutere dell'emergenza. Guterres: "Rischi davvero drammatici". Al summit non ci sarà Donald Trump. L'allarme degli scienziati: "Caldo record negli ultimi 5 anni"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Prende il via a New York il Climate Action Summit, il vertice che a margine della 74ma Assemblea Generale dell'Onu - che si è aperta il 17 settembre - dovrà discutere delle misure da adottare per contrastare i cambiamenti climatici. Prevista la partecipazione di 60 tra capi di Stato e di Governo per discutere dell'emergenza in vista della 25esima Conferenza delle Parti (COP) che si terrà a dicembre in Cile. "Stiamo affrontando rischi davvero drammatici non solo per il futuro ma per il presente del pianeta", ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, parlando dei cambiamenti climatici.

Al vertice sul clima, ha riferito il dipartimento di Stato, non ci sarà Donald Trump, che parteciperà invece ad una riunione sulle libertà religiose, e gli Usa saranno rappresentati da Marcia Bernicat, sottosegretario per gli oceani e affari internazionali di carattere scientifico e ambientale.

In un'intervista alla 'Cbs' pubblicata da 'Repubblica', Guterres ha sottolineato alcuni elementi che rendono i cambiamenti climatici una questione non più rinviabile. "Basta guardare il moltiplicarsi dei disastri naturali con conseguenze sempre più devastanti. La siccità in Africa, oltre ad affliggere la popolazione locale, costringendola a spostarsi, alimenta i conflitti e il terrorismo. Assistiamo allo scioglimento dei ghiacciai, allo sbiancamento dei coralli, le catene alimentari sono messe a rischio. Il mese di luglio è stato il più caldo della storia. Sale il livello dei mari. Nell'atmosfera si registra la più alta concentrazione di Co2", ha dichiarato.

Guterres ha evidenziato il ruolo dei giovani e l'importanza del movimento guidato da Greta Thunberg per convincere i governi a modificare le loro politiche. "Vedo che la società nel suo insieme è sempre più impegnata nell'azione a tutela del clima. E voglio che tutta la società inciti i governi a correre più veloci, perché stiamo perdendo la gara", ha aggiunto.

A distanza di tre anni dall'accordo di Parigi sul clima, il segretario generale dell'Onu si è detto "fiducioso" sui risultati perché convinto che "i governi prima o poi seguono l'opinione pubblica. Ma dobbiamo mantenere la rotta. Bisogna continuare a dire la verità alla gente e avere fiducia che il sistema politico alla fine risponderà ai bisogni della popolazione".

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