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Clima: la svolta verde della Russia, la Duma invita Greta a Mosca

01 ottobre 2019 | 14.07
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Il giovane deputato Vlasov scrive all'attivista svedese, dopo che la scorsa settimana il governo del quarto paese per emissioni al mondo ha firmato una risoluzione per l'attuazione degli Accordi del 2015

(Afp)
(Afp)

La Duma di stato ha invitato Greta Thunberg a pronunciare un discorso ai giovani russi proprio dalla sede della Camera bassa del Parlamento. Il deputato Vasily Vlasov si è fatto portavoce dell'invito, con una lettera all'attivista svedese, che in questi giorni sta viaggiando verso Santiago del Cile. Sarà la stessa Greta a porter scegliere la data del suo intervento al Parlamento russo, ha precisato Vlasov, 24 anni, della commissione risorse naturali.

"Sono al corrente delle preoccupazioni dei giovani russi per i cambiamenti climatici e di come possa essere difficile, per politici adulti, arrivare a compromessi anche su questioni tanto importanti. Noi giovani non dobbiamo rimanere in silenzio quando si tratta del nostro futuro e non autorizzeremo la nostra estinzione", ha scritto Vlasov, del Partito liberaldemocratico, nella lettera, di cui dà notizia l'agenzia Ria.

La Russia, uno dei 165 stati ad aver firmato gli Accordi di Parigi, è il quarto paese al mondo per quantità di emissioni. Insieme a Stati Uniti, Ucraina, Turchia, e Arabia saudita è nel gruppo dei paesi che hanno adottato azioni "insufficienti in modo critico" per fare fronte agli impegni presi a Parigi (Laddove Marocco e Gambia sono gli unici due paesi ad aver adottato misure in grado di rispettare l'obiettivo massimo di limitare a un 1,5 gradi l'aumento delle temperature sui livelli pre industriali).

La scorsa settimana, il governo ha approvato una risoluzione per l'attuazione degli Accordi, che però non saranno ratificati dal Parlamento. La leadership russa sembra aver voluto evitare il passaggio del testo sugli Accordi di Parigi alla Duma e al Consiglio della Federazione, dove le voci dei rappresentanti politici con interessi in regioni produttrici di idrocarburi o direttamente in imprese del settore non avrebbero mancato di farsi sentire.

E se Vladimir Putin aveva dichiarato non troppo tempo fa, nel corso di una missione nell'Artico, che i cambiamenti climatici erano ciclici, che non ci si poteva fare nulla, escluso adattarsi. Nei mesi scorsi ha cambiato i toni del suo discorso, anche se non ancora le sue politiche. E iniziato a presentare la Russia come uno dei paesi più colpiti dai cambiamenti climatici.

Dagli incendi in Siberia della scorsa estate, allo scioglimento del permafrost che copre oltre i due terzi del territorio del paese e che diminuirà del 25 per cento entro il 2080 mettendo a rischio interi quartieri, strade, ferrovie, oleodotti e altre infrastrutture per 250 miliardi di dollari, la Russia si rende conto di non poter continuare a fare finta di nulla.

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