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Esercito di Damasco avanza, Turchia attaccherà Kobane

14 ottobre 2019 | 11.23
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Preso il controllo di Ras al-Ain e Tel Abyad. Trump: "Europa si riprenda i jihadisti Isis"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Le forze turche hanno preso il controllo di Ras al-Ain e Tel Abyad, due località situate nel nord della Siria. Lo ha annunciato il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, parlando con i giornalisti dopo un incontro con la leader del partito di opposizione Iyi (Buon Partito), Meral Aksener. "Tel Abyad e Ras al-Ain sono sotto controllo. Prosegue il lavoro per il controllo della regione", ha dichiarato Akar, citato dal sito del quotidiano 'Hurriyet'. Il ministro della Difesa ha avuto un giro di consultazioni con i leader delle principali forze di opposizione dopo l'avvio dell'operazione militare nella Siria settentrionale.

Settantacinque civili sono morti e 450 sono rimasti feriti nella sola Ras al-Ain, nel nord della Siria, dall'inizio dell'offensiva militare lanciata dalle forze turche nel quadro dell' 'operazione fonte di pace'. Lo hanno riferito su Twitter media curdi come 'Rojava Network'.

TURCHIA - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato ieri che le forze turche entreranno in territorio siriano fino a 30-35 km di profondità e "l'operazione si concluderà dopo che sarà stato preso il controllo di Hasakah e Ayn al-Arab". "Non dovrebbero esserci problemi per l'operazione della Turchia nella città siriana di Ayn al-Arab (Kobane) dal momento che anche da parte della Russia c'è un approccio positivo" ha detto oggi Erdogan in dichiarazioni riportate dal sito del giornale filogovernativo Sabah. La Russia è il principale alleato di Damasco. L'offensiva militare 'Fonte di pace' ''sta continuando nel rispetto del diritto internazionale'' ha dichiarato il ministro della Giustizia turco Abdulhamit Gul citato dall'agenzia di stampa Anadolu.

Il ministero della Difesa di Ankara ha scritto su Twitter che sono 550 i ''terroristi'' curdi del Pkk/Pyd-Ypg ''neutralizzati'' nella Siria nordorientale da quando è iniziata l'operazione 'Fonte di pace' lanciata mercoledì dalle forze armate della Turchia. Le autorità turche usano il termine ''neutralizzato'' per indicare che un militante è stato ucciso, si è arreso o è stato catturato. L'obiettivo dell'offensiva militare lanciata dalla Turchia nel nordest della Siria è quello di ''liberare il confine con la Siria dalla presenza di tutti i terroristi'' ha dichiarato il portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, nel corso di un'intervista a France 24. ''Garantiamo che i civili non saranno attaccati e garantiamo che tutte le minoranze, compresi i cristiani, saranno protetti'', ha aggiunto rispondendo alle accuse di voler attuare una pulizia etnica dei curdi. ''Non siamo interessati a occupare zone della Siria e non siamo interessati a modificare la struttura demografica nel nordest'', ha proseguito. Kalin ha detto che le autorità turche stanno ''indagando'' sull'uccisione dell'attivista curda per i diritti delle donne Hevrin Khalaf.

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OMS - L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) si è detta ''estremamente preoccupata per la situazione sanitaria e umanitaria nella Siria nordorientale''. In una nota, l'Organizzazione ha sottolineato come siano già 200mila gli sfollati da quando, mercoledì, le forze armate turche hanno lanciato l'offensiva militare 'Fonte di pace'. L'Oms afferma poi che ci sono pochi operatori sanitari sul campo in grado di fornire assistenza agli sfollati e che sono necessarie cure per 1,5 milioni di persone. L'appello è quindi rivolto alle parti in conflitto, perché tutelino la salute dei civili, compresi gli operatori sanitari e i pazienti.

FRANCIA - ''Nelle prossime ore'', la Francia adotterà misure per garantire la sicurezza del proprio personale militare e dei civili francesi presenti nel nordest della Siria dopo l'intervento militare turco. Lo ha dichiarato l'Eliseo dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro di altre mille truppe dalla Siria nordorientale. Nella regione sono attivi centinaia di uomini delle forze speciali francesi che operano in collaborazione con le milizie curde. Nella zona sono presenti anche operatori umanitari francesi. La Francia condanna ''nei termini più duri'' l'offensiva turca e aumenterà i suoi sforzi diplomatici per ottenere la fine dell'operazione militare, ha affermato l'Eliseo. ''La priorità assoluta deve essere impedire il ritorno di Daesh nella regione'', ha sottolineato l'Eliseo in una nota utilizzando l'acronimo arabo dell'Isis. ''Prendiamo in considerazione il rischio di evasione dei terroristi di Daesh fatti prigionieri a causa dell'offensiva turca. Sono state adottate misure per aumentare la sicurezza in questo contesto'', si legge ancora nella nota.

GERMANIA - "Diversi Stati membri dell'Ue, specialmente Germania e Francia, hanno già detto alla Turchia che porremo fine alle esportazioni di armi e può essere che adotteremo altre misure" nei confronti di Ankara. Così il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo. L'attacco dell'esercito turco comporta "una tale destabilizzazione della regione che ha conseguenze ben oltre quella zona: colpisce il nostro interesse alla sicurezza in Europa. Non permetteremo una cosa del genere". Quello che "vediamo - ha aggiunto Maas - è che questo porta a una rivitalizzazione di Daesh, cosa che dobbiamo assolutamente evitare e che dobbiamo rendere chiara alla Turchia con una posizione molto unita", ha concluso.

SPAGNA - Il governo spagnolo "è completamente favorevole a non vendere più armi alla Turchia, ma è una decisione di ciascun Paese" ha sottolineato il ministro degli Esteri spagnolo, e futuro Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo. Quindi non ci sarà una presa di posizione unanime su questo? "Gli accordi unanimi sono difficili da conseguire - ha risposto - ma questa non è una materia dell'Ue, gli accordi sono di ciascun Paese in particolare". Che cosa fare per frenare l'offensiva militare lanciata dalla Turchia nel nord della Siria "lo discuteremo, ma l'intenzione di tutti è adottare un atteggiamento molto esigente con la Turchia, in materia di vendita di armi in primo luogo, per poi vedere cosa altro possiamo fare".

TRUMP - Il presidente degli Stati Uniti ha rivolto un monito all'Europa, chiedendo di rimpatriare i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Isis) attualmente in carcere in altri Paesi. ''L'Europa avrebbe già dovuto riprenderseli, date le numerose richieste. Lo deve fare ora - ha scritto Donald Trump su Twitter - Gli Stati Uniti hanno i peggiori prigionieri dell'Isis''. Il presidente americano ha quindi aggiunto che ''la Turchia e i curdi non devono lasciarli scappare. Non dovranno venire negli Stati Uniti''.

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