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Siria: Rizzo (Save the Children), 'sempre più sfollati, centri accoglienza strapieni'

18 ottobre 2019 | 19.39
LETTURA: 2 minuti

(Afp)
(Afp)

di Sibilla Bertollini

In fuga, di nuovo, dalle bombe. Il numero degli sfollati dall'area interessata dalle operazioni militari in corso in Siria cresce in modo impressionante di giorno in giorno. Finora 176mila persone che si sono spostate per lo più verso le zone interne del Paese. Settantamila sono bambini. "Civili partiti dai loro villaggi in maniera repentina con nulla. Senza soldi. Senza mezzi per poter rispondere ai bisogni di tutti i giorni. Dal cibo alle medicine, hanno praticamente bisogno di tutto", racconta all'Adnkronos Emanuela Rizzo, direttore dei Programmi di Save the Children in Siria. L'organizzazione fa parte del coordinamento umanitario che sta operando dopo la crisi che si è aperta nel Nord-Est del Paese.

"La popolazione - spiega Rizzo - si è mossa principalmente verso due città: Raqqa e Hasakeh. Qui sono stati accolti in centri di accoglienza, per lo più in strutture scolastiche, ora sovraffollate. Va detto, poi, che le scuole non sono predisposte per far vivere queste persone h24, per un tempo indeterminato o almeno fino a quando la situazione nei luoghi di provenienza non si sia stabilizzata. Scarseggiano materassi, cibo, acqua. Il sovraffollamento, inoltre, crea anche grossi problemi di privacy tra famiglie. I bambini non hanno gli spazi necessari".

A rischio la salute dei più piccoli, "visto che le mamme, sottoposte a uno stress molto forte, in diversi casi hanno smesso di allattare ricorrendo al latte in polvere. Ma in un contesto così difficile in cui c'è scarsità di acqua pulita, questo può dar luogo a problematiche quali la dissenteria. I bambini più grandi - aggiunge - hanno invece soprattutto bisogno di un aiuto che gli faccia superare il trauma dello spostamento improvviso. E' un conflitto che sicuramente nessuno di loro si aspettava".

Gli operatori locali stanno cercando di supportare la popolazione con materiale di prima necessità, ma non basta. "Cessino subito tutte le operazioni. E' necessario trovare il prima possibile una soluzione pacifica - è l'appello di Emanuela Rizzo - E a tutte la parti in causa, ricordiamo che vanno rispettate le protezioni speciali per i bambini. Ci auguriamo che le persone possano tornare di nuovo a casa".

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