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Comandante curdo: "Sarà pulizia etnica, Usa sono responsabili"

21 ottobre 2019 | 11.56
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Per il leader militare delle Fds, "l'America ha bisogno di lavorare per ricostruire la fiducia con i suoi alleati contro l'Isis"

(Afp)
(Afp)

Le forze armate turche compiranno una vera e propria ''pulizia etnica'' dei curdi in Siria e ''l'Amministrazione americana sarà responsabile di questo''. Lo ha dichiarato al 'New York Times' Mazlum Kobani, il leader militare dell'alleanza curdo araba delle Forze democratiche siriane, preoccupato per il ritiro delle truppe americane dalla Siria nordorientale. ''Ci sarà una pulizia etnica del popolo curdo dalla Siria e l'Amministrazione americana sarà responsabile di questo'', ha affermato.

''L'America ha bisogno di lavorare per ricostruire la fiducia con i suoi alleati contro l'Isis'', ha aggiunto Kobani riferendosi al sedicente Stato Islamico (Isis) e alla lotta che i combattenti curdi hanno condotto contro i jihadisti in Siria. Secondo il comandante curdo, gli Stati Uniti dovrebbero lavorare ''per limitare il danno provocato dalla decisione di ritirarsi e tutelare le zone che abbiamo liberato insieme''. Dicendo di non voler consentire una ''occupazione turca'', Kobani ha affermato che ''ci deve essere una linea rossa: i turchi non possono compiere una pulizia etnica o un cambiamento demografico. Non lo accetteremo''.

''Sarà il caos - ha detto al 'New York Times' Abdulqader Omar Nabi, 46 anni, fuggito dalla città di Ras al-Ayn dopo che la sua casa è stata distrutta da un raid aereo turco - Non sarà una zona di sicurezza. Sarà distrutta''. Suo figlio Shiyar, uscito ieri da Ras al-Ayn insieme ad altri residenti feriti a bordo di un convoglio, ha detto di temete i combattenti siriani sostenuti dai turchi. ''Non fanno alcuna differenza tra i combattenti e i civili - ha detto - Se sei un curdo, ti uccidono''.

Lo stesso Kobani si trova al centro di una lotta di potere. Il regime di Damasco vuole riconquistare le terre che le Forze democratiche siriane hanno liberato dall'Isis, così come la Turchia vuole prenderne il controllo per farne la cosidetta ''zona di sicurezza'' e ricollocarvi i rifugiati che ospita.

"Incoraggiare la campagna di genocidio in atto è di gran lunga il peggior insulto rivolto finora alla nostra gente", ha twittato dal canto suo il portavoce delle Fds nel nord della Siria, Mustafa Bali, rispondendo a Donald Trump e al suo segretario alla Difesa, Mark Esper, secondo il quale l'accordo annunciato giovedì scorso da Stati Uniti e Turchia "sta tenendo molto bene". "Con tutto il rispetto, Signor Presidente, - ha aggiunto il portavoce nel tweet - cosa le fa pensare di avere il diritto di cacciare milioni di curdi dalle loro case e di ricollocarli altrove? Non è forse questa una pulizia etnica?".

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