Riflettori spenti sulla città simbolo della resistenza. Intanto, la Turchia non considera necessaria al momento una nuova operazione nella Siria settentrionale al di fuori della zona attualmente operativa
Kobane - Ayn al-Arab, in arabo - era un tempo la terza città a maggioranza curda della Siria. Kobane, a ridosso del confine con la Turchia, è diventata negli ultimi anni la città simbolo della resistenza curda contro l'Isis. Era il 26 gennaio del 2015 quando i combattenti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg), sostenuti dai raid della coalizione militare internazionale a guida Usa, costringevano i miliziani dell'Isis a ritirarsi da Kobane, dopo una battaglia durata quattro mesi.
Poi si sono spenti i riflettori su Kobane. Due settimane fa, nel giorno dell'avvio dell'operazione militare turca 'Fonte di pace' nel nord del Paese arabo, le Forze democratiche della Siria (Fds) a guida curda denunciavano "bombardamenti turchi" contro la città. Il governo di Ankara considera "terroristi" i miliziani curdi siriani. E oggi, all'indomani dello "storico" accordo annunciato ieri a Sochi da Vladimir Putin e Recep Tayip Erdogan, il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato "l'arrivo a Kobane di un convoglio della polizia militare russa".