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Russiagate, mistero Mifsud: i suoi contatti con Muscat per la vendita di Air Malta

11 dicembre 2019 | 16.16
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L'Adnkronos ha potuto visionare una mail del 19 ottobre 2016 indirizzata dal professore maltese al premier laburista. La giornalista Caruana Galizia denunciò la trattativa

Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)

di Marco Liconti
Più si protrae la sua scomparsa, più emergono dettagli sulle sue molteplici frequentazioni ad alto livello, frutto di quella sua incessante attività di 'networking' che, consapevolmente o meno, lo ha portato ad essere una delle figure chiave del Russiagate. L'ultima rivelazione sul misterioso Joseph Mifsud riguarda una sua corrispondenza con il premier maltese Joseph Muscat, risalente ad ottobre 2016. Oggetto, i tentativi di vendita di Air Malta, la compagnia di bandiera della Valletta, ad un buyer straniero.

L'Adnkronos ha potuto visionare una mail del 19 ottobre 2016 indirizzata da Mifsud al premier laburista Muscat e inviata in copia anche a Keith Schembri, allora capo di gabinetto di Muscat, e a Ian Borg, ministro dei Trasporti di Malta. Dal contesto, così come è stato spiegato all'Adnkronos da fonti che hanno chiesto di mantenere l'anonimato, sembra di capire che Mifsud, evidentemente in virtù dei suoi tanti contatti a livello internazionale, avesse l'incarico di esplorare l'interesse di partner o acquirenti stranieri per la compagnia. All'epoca, si parlò anche di un possibile accordo con Alitalia, poi abbandonato a favore di Air China. Per la cronaca, anche la vendita ai cinesi successivamente sfumò, ma l'ipotesi tenne banco per un certo tempo sulla stampa locale.

I nomi di Muscat e Schembri, nelle ultime settimane, sono prepotentemente all'attenzione delle cronache maltesi e internazionali per la vicenda dell'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa il 16 ottobre del 2017 da un'autobomba. Schembri, per il suo presunto coinvolgimento nella morte della giornalista è stato costretto alle dimissioni lo scorso 26 novembre. Travolto dalla vicenda e oggetto di continue manifestazioni di piazza, anche il premier Muscat ha annunciato le sue dimissioni per gennaio. Borg, stando alla stampa maltese, sarebbe intenzionato a presentarsi come candidato per la leadership del Partito laburista.

Proprio Caruana Galizia, nel suo blog, già a partire dal novembre del 2014, aveva rivelato i tentativi di vendita del vettore maltese. La giornalista parlava di un "accordo segreto" per la vendita di Air Malta ai cinesi e chiedeva all'opposizione di battersi in Parlamento "perché un'isola con una popolazione sotto il mezzo milione, vendendo i suoi asset strategici a una Cina non democratica cede la propria autonomia". Il timore di Caruana Galizia, era che dalla vendita qualcuno potesse ricavare una "grossa commissione".

Il nome di Joseph Mifsud, scomparso da oltre due anni, in questi giorni è tornato alla ribalta in Italia per un'indagine a suo carico della Procura di Agrigento, per peculato. Secondo la denuncia presentata dai responsabili dell'Università di Agrigento, Mifsud avrebbe caricato sui conti dell'ateneo, del quale è stato presidente tra il 2009 e il 2012, una serie di 'spese pazze' per una cifra che varierebbe tra i 100mila e i 200mila euro. La vicenda è stata rivelata per prima dall'Adnkronos.

Inoltre, il nome del professore maltese compare decine di volte nel rapporto presentato il 9 dicembre dall'ispettore generale del Dipartimento di Giustizia Usa, Michael Horowitz, sui presunti abusi dell'Fbi ai danni della campagna elettorale di Donald Trump. Mifsud, nella vicenda del Russiagate, è indicato come il "professore straniero" che, dopo un incontro nel marzo del 2016 nella sede della romana Link Campus University, offrì all'allora consulente della campagna di Trump, George Papadopoulos, materiale "sporco" su Hillary Clinton, sotto forma di migliaia di email hackerate in mano al governo russo.

Nella contro-narrativa sostenuta dai Repubblicani, Mifsud non era in realtà un "agente russo", ma un 'asset' manovrato dall'intelligence Usa e di altri Paesi occidentali (Italia, Regno Unito e Australia) per agire come 'agente provocatore' e infiltrare la campagna di Trump per creare il pretesto per un'indagine dell'Fbi. Dal Rapporto Horowitz è emerso che l'Fbi compì numerosi errori, anche in relazione ad una deposizione di Mifsud, ma non vi fu un'operazione 'politica' contro Trump. Del nome del professore maltese, inoltre, non c'è traccia nel database degli informatori o collaboratori dell'Fbi.

Le conclusioni del Rapporto Horowitz sono state duramente contestate dal procuratore John Durham, incaricato dal ministro della Giustizia William Barr di indagare a più ampio raggio, anche al di fuori degli Usa, sulla genesi del Russiagate. L'indagine, che da amministrativa è divenuta una vera e propria indagine penale, ha portato Barr e Durham anche a Roma, in due occasioni, il 15 agosto e il 27 settembre, per incontrare i vertici dell'intelligence italiana, che hanno escluso qualsiasi coinvolgimento dei nostri servizi nella vicenda del Russiagate.

Nel contestare le conclusioni di Horowitz, Durham ha tra l'altro affermato che "non concordiamo con alcune delle conclusioni del rapporto, riguardo ai presupposti e al modo in cui fu aperta l'indagine dell'Fbi", e che "la nostra indagine non si limita a sviluppare informazioni dall'interno del Dipartimento di Giustizia. La nostra indagine ha compreso informazioni sviluppate da altre persone ed entità, sia negli Stati Uniti che fuori dagli Stati Uniti". Il mistero Mifsud continua.

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