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Soleimani, Iran minaccia: "Ci vendicheremo"

03 gennaio 2020 | 09.26
LETTURA: 4 minuti

Milizie sciite Iraq pronte a combattere Usa e Israele

(AFP) - AFP
(AFP) - AFP

L' Iran ''vendicherà'' l'uccisione del generale Qassem Soleimani , avvenuta a Baghdad in un raid aereo ordinato dal presidente americano Donald Trump. Parola del presidente iraniano Hassan Rohani, che in una lettera postata sul suo sito ufficiale ha scritto: ''Indubbiamente, l'Iran e altri Stati indipendenti vendicheranno questo crimine terribile commesso dagli Stati Uniti''. Rohani ha aggiunto che ''questo atto è un'altra macchia scura sugli Stati Uniti''.
"Con la sua scommessa, Trump ha spinto l'America nella situazione più pericolosa della regione", ha twittato lo stretto consigliere del presidente iraniano Hassan Rohani, Hesamodin Ashna. "Chiunque attraversi le linee rosse deve essere pronto a sopportarne le conseguenze", ha aggiunto.

Per il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, quanto accaduto è "estremamente pericoloso". Il raid americano è stato "un atto terroristico" ed una "stupida escalation", ha dichiarato con un tweet. "Sugli Stati Uniti ricade la responsabilità di tutte le conseguenze di questo avventurismo criminale", ha scritto, descrivendo Soleimani come "la più efficace delle forze che hanno combattuto" l'Isis, al Qaeda e il gruppo al-Nusra.

Il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha minacciato gli Stati Uniti di una "dura ritorsione" e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. "Il sentiero intrapreso da Soleimani continuerà ad essere seguito, ma i responsabili dell'attacco che ha causato la morte del generale dovranno far fronte ad una grave ritorsione", ha dichiarato Khamenei, citato dalla televisione iraniana. La morte di Soleimani, ha aggiunto, non avrà ripercussioni sulla vittoria finale dell'Islam "sugli imperialisti".

Esprimendo le sue condoglianze e parlando di ''atto terroristico'' e di ''crimine orrendo'', il ministro della Difesa iraniano, il generale Amir Hatami, ha promesso ''vendetta''. In un messaggio, rilanciato dall'agenzia di stampa Irna, Hatami scrive che ''senza dubbio, il crimine ha mostrato ancora una volta con chiarezza la natura malvagia degli Stati Uniti e dimostra il loro sostegno ai terroristi nella regione e in Iraq''. Hatami ha aggiunto che ''chi ha orchestrato questo atto terroristico e chi lo ha compiuto dovranno affrontare una risposta schiacciante''.

Tra le vittime del raid americano, anche Abu Mahdi al-Mohandes, vice capo delle Unità di mobilitazione popolare sciite irachene (Hashed al-Shaabi), il cui comandante, Qais al-Khazali, ha detto ai suoi miliziani di essere "pronti a combattere". ''In cambio del sangue del martire Abu Mahdi al-Mohandes ci sarà l'eliminazione di tutta la presenza militare americana in Iraq'', ha dichiarato al-Khazali. ''In cambio del sangue del martire Qassem Soleimani verrà eliminata l'esistenza di Israele", ha aggiunto al-Khazali.

Intanto il Consiglio supremo di sicurezza iraniano si riunirà in via straordinaria per discutere dell'uccisione del generale Qassem Soleimani. ''Nelle prossime ore un vertice straordinario del Consiglio nazionale supremo della sicurezza si riunirà per discutere dell'attacco criminale contro la macchina del comandante Soleimani a Baghdad, che ha portato al suo martirio'', ha annunciato il suo portavoce Keyvan Khosravi.

IRAQ - Dura condanna anche dal primo ministro iracheno dimissionario Adel Abdul-Mahdi, che ha definito l'attacco una ''aggressione'' nei confronti dell'Iraq, oltre che di una ''violazione di sovranità'', affermando che si tratta di una "pericolosa escalation". Abdul-Mahdi ha quindi ricordato Abu Mahdi Al-Mohandes, il numero due delle potenti milizie sciite delle Unità di mobilitazione popolare, le Hashd Shaabi, oltre a Soleimani, comandante delle Forze al-Quds. Il premier iracheno li ha definiti ''simboli'' della vittoria irachena sui militanti dello Stato Islamico (Isis). ''L'assassinio di un comandante militare iracheno rappresenta una aggressione nei confronti dell'Iraq come Stato, come governo e come popolo'', ha detto Abdul-Mahdi in una nota. ''Portare avanti operazioni di eliminazione fisica contro esponenti iracheni di spicco o di un Paese fraterno in territorio iracheno rappresenta una flagrante violazione della sovranità dell'Iraq'', oltre a una ''pericolosa escalation che scatena una guerra distruttiva in Iraq, nella regione e nel mondo'', ha aggiunto.

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