"Siamo pronti a rendere i nostri contingenti disponibili se le parti libiche e le Nazioni Unite saranno d'accordo". Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un'intervista al settimanale tedesco 'Der Spiegel', rispondendo alla domanda se l'Italia sia pronta a mandare i propri militari in Libia. "Io credo - premette il titolare della Farnesina - che l'Unione Europea, e non i membri Ue individualmente, possa essere un attore neutrale e credibile per questa missione".
"L'Europa e l'Italia hanno perso terreno in Libia per una semplice ragione: non eravamo disposti a dare armi ai belligeranti". Se a Berlino dovesse essere concordato il cessate il fuoco e lo stop alle forniture di armi alle parti in conflitto, sottolinea il titolare della Farnesina, "l'Ue avrà l'importante compito di garantire tutto questo: allora avremo bisogno di una missione di pace, in accordo naturalmente con le parti libiche e le Nazioni Unite". In termini concreti, spiega Di Maio, si tratterà di fare in modo che le armi non arrivino ai confini libici e che non arrivino neanche via mare e per via aerea. "E' per questo - afferma - che abbiamo bisogno di peacekeeper europei che coprano mare, terra e aria per monitorare il rispetto degli accordi".
"E' l'Europa che rischia di perdere di più nel conflitto libico". "Il vero problema - sostiene il titolare della Farnesina - è che noi nell'Ue abbiamo permesso a così tanti altri Paesi di essere coinvolti in Libia. Ma adesso è arrivato il momento che attori con diversi interessi lavorino insieme. E l'Europa rischia di perdere di più nel conflitto in Libia. Basti pensare ai 700mila migranti nel Paese: se c'è un'escalation della guerra, anche il dramma umanitario peggiorerà, e molti arriveranno in Europa"."Sono ministro degli Esteri da quattro mesi ed in questo periodo non c'è mai stato un problema con la Francia sulla Libia".