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Virus Cina, "mercato Wuhan potrebbe essere scagionato"

27 gennaio 2020 | 18.28
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Dettagli sui primi 41 pazienti ricoverati

(Afp)
(Afp)

Il mercato di Wuhan potrebbe essere scagionato come origine dell'epidemia di coronavirus in atto in Cina. A ipotizzarlo è una descrizione dei primi casi clinici pubblicata su 'The Lancet': l'articolo, scritto da un folto gruppo di ricercatori cinesi di diverse istituzioni, offre alcuni dettagli sui primi 41 pazienti ricoverati in ospedale con infezione confermata da 2019-nCoV.

Addirittura nel primo caso, il paziente si è ammalato il 1 dicembre 2019 e non avrebbe riportato alcun collegamento con il mercato del pesce, secondo gli autori. Non solo: i dati mostrano anche che, in totale, sono 13 dei 41 pazienti a non aver alcun legame con il mercato. D'altro canto, i precedenti rapporti delle autorità sanitarie cinesi e dell'Organizzazione mondiale della sanità avevano affermato semplicemente che "la maggior parte" dei casi aveva collegamenti con il mercato del pesce, chiuso poi il primo gennaio scorso.

Gli esperti affermano che se i nuovi dati sono accurati, le prime infezioni umane devono essere avvenute a novembre 2019 - se non prima - perché bisogna considerare un tempo di incubazione tra infezione e manifestazione dei sintomi. In tal caso, il virus potrebbe davvero essersi diffuso silenziosamente tra le persone a Wuhan - e forse altrove - prima che il gruppo di casi provenienti dall'ormai famigerato mercato fosse scoperto alla fine di dicembre. I dati dello studio Lancet sollevano anche domande sull'accuratezza delle informazioni iniziali fornite dalla Cina. All'inizio dell'epidemia, la principale fonte ufficiale di informazioni pubbliche erano le comunicazioni della Commissione sanitaria municipale di Wuhan. L'11 gennaio le note hanno iniziato a riferirsi ai 41 pazienti come agli unici casi confermati, e il conteggio è rimasto invariato fino al 18 gennaio. Le comunicazioni non affermavano che il mercato di Wuhan fosse la fonte, ma hanno ripetutamente osservato che non vi erano prove di trasmissione da uomo a uomo e che la maggior parte dei casi era collegata a questo luogo. Poiché la commissione sanitaria municipale di Wuhan ha osservato che i test diagnostici avevano confermato questi 41 casi entro il 10 gennaio e presumibilmente i funzionari conoscevano i casi clinici di ciascun paziente, "la Cina deve aver allora capito che l'epidemia potrebbe non aver avuto origine nel mercato del pesce di Wuhan", secondo Daniel Lucey, infettivologo della Georgetown University. Kristian Andersen, una biologa evoluzionista dello Scripps Research Institute che ha analizzato le sequenze del 2019-nCoV per cercare di chiarirne l'origine - riporta il sito di 'Science' - afferma che "lo scenario in cui qualcuno viene infettato al di fuori del mercato e successivamente porta il virus nel mercato è uno dei tre ancora coerente con i dati", afferma. "È del tutto plausibile secondo i nostri dati e le nostre conoscenze attuali". Gli altri due scenari sono che l'origine del virus sia un gruppo di animali infetti o un singolo animale entrato in quel mercato.

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