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Virus, sinologo Sisci: "Cina non capisce nostra svolta a 180 gradi"'

05 febbraio 2020 | 19.13
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"Prima grandi aperture con la via della seta, ora siamo i più chiusi e blocchiamo tutti i voli'

(Afp)
(Afp)

"In meno di un anno ci siamo aperti alla Cina più di ogni altro paese occidentale, meno di 12 mesi dopo ci siamo chiusi alla Cina più di ogni altro paese occidentale". A dirlo all'Adnkronos è il sinologo Francesco Sisci, ricordando che l'Italia è stato primo paese del G7 ad aderire alla Via della Seta, ma anche il primo a decidere di interrompere tutti i voli da e per la Cina. Le tensioni con la Cina dopo le misure per il coronavirus, nascono da questa "svolta a 180 gradi", afferma il professore di politica internazionale all'Università di Pechino.

La politica estera verso "la Cina è particolarmente delicata perché la Cina è complicata, non è un paese come gli altri. E perché negli ultimi anni si è sviluppata una tensione progressiva fra Cina e Stati Uniti, nostro principale alleato", ricorda Sisci. L'apertura alla Cina sulla Via della Seta del primo governo Conte "è andata a urtare molte sensibilità sia negli Stati Uniti che nell'Unione Europea e l'Italia lo ha fatto senza rendersi ben conto di cosa stava facendo", continua il sinologo. E, ora dopo questo "scivolone", meno di un anno dopo, l'Italia "ha avuto un atteggiamento più rigido di altri paesi europei, addirittura più degli Usa", sono due iniziative "diametralmente opposte".

"La reazione dei cinesi è dovuta proprio a questa svolta di 180 gradi, prima tutto bello e poi tutto brutto", continua Sisci, che è autore di diversi saggi sulla Cina. "I cinesi non hanno veramente capito l'Italia, hanno fatto l'errore di credere a questa apertura del governo italiano senza prendere troppo cautele, sono stati un po' ingenui - afferma - Ma siamo noi che abbiamo fatto il pasticcio due volte e il loro errore é di averci creduto. Non è un incidente di percorso, è un doppio incidente, abbiamo promesso mari e monti e non glieli abbiamo dati".

Per i cinesi, "giusto o sbagliato che sia, ciò dimostra che siamo un paese difficile da gestire, preferiscono paesi più coerenti. Temo che il risultato netto sarà un indebolimento dell'interesse cinese verso l'Italia, ma anche un indebolimento dell'interesse europeo e americano verso l'Italia", conclude Sisci, secondo il quale "non facciamo una bella figura con nessuno". Oltre a essere docente a Pechino, Sisci collabora anche con il think tank inglese Center for Policy Studies ed è Senior Fellow del Gatestone Institute, presieduto da John Bolton.

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