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Afghanistan, entro 14 mesi ritiro truppe Usa e alleate

29 febbraio 2020 | 14.24
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Secondo la dichiarazione congiunta tra Talebani e Stati Uniti firmata oggi a Doha, terminerà così la presenza militare nel Paese iniziata quasi 19 anni fa. Trump: "Opportunità storica"

(Afp)
(Afp)

E' stato firmato a Doha l'accordo, a lungo rinviato, tra i Talebani e gli Stati Uniti per il ritiro delle truppe straniere dall'Afghanistan. Gli Usa ed i loro alleati in Afghanistan ritireranno quindi le loro truppe entro i prossimi 14 mesi, mettendo fine alla presenza militare nel Paese iniziata quasi 19 anni fa. L'accordo, che nella capitale del Qatar è stato firmato dall'inviato americano Zalmay Khalilzad, e dal capo della delegazione politica dei Talebani, mullah Baradar, prevede il ritiro graduale delle truppe americane ed alleate, entro 14 mesi, e l'avvio di negoziati di pace diretti tra i militanti islamici ed il governo di Kabul.

Secondo la bozza della dichiarazione congiunta anticipata dall'emittente afghana Tolo News, "la Repubblica islamica dell'Afghanistan, gli Stati Uniti e la coalizione internazionale hanno concluso che gli attuali livelli delle forze militari non sono necessari per raggiungere gli obiettivi di sicurezza. Per questo gli Stati Uniti ridurranno il loro contingente a 8.600 effettivi in un periodo di 135 giorni a partire dall'annuncio della dichiarazione congiunta".

I Talebani hanno ordinato oggi lo stop alle loro operazioni in Afghanistan per 'celebrare' la firma dell'accordo. "I Talebani - ha detto via whatsapp alla Dpa il portavoce dei militanti islamici, Zabihullah Mujahid - saranno oggi in modalità difensiva per la felicità della nazione in occasione della firma dell'accordo". Quello che succederà domani sarà deciso sulla base dei contenuti dell'intesa, ha specificato Mujahid, rispondendo alla domanda se riprenderanno gli attacchi dopo la settimana di riduzione della violenza annunciata nei giorni scorsi.

L'accordo rappresenta "un'opportunità storica per forgiare una pace duratura in Afghanistan", ha commentato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo quanto si legge in una nota della Casa Bianca, nella quale si sottolinea che "gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i loro alleati e partner per monitorare la situazione e preservare i successi degli ultimi 19 anni".

L'accordo firmato oggi è "un vero test" per gli sforzi tesi a raggiungere una pace duratura in Afghanistan, ha quindi sottolineato il segretario di Stato Mike Pompeo oggi a Doha per la cerimonia. "Siamo solo all'inizio", ha detto ancora riferendosi al fatto che la riduzione della violenza della scorsa settimana prova come i Talebani possano scegliere di essere pacifici. "Una significativa riduzione della violenza creerà le condizioni per la pace", ha detto ancora, sottolineando che se invece non ci sarà questa riduzioni saranno poste "le condizioni per il fallimento".

Il segretario di stato americano ha detto ancora che gli afghani devono vivere in pace e prosperità, rispettando i diritti delle donne. Mentre gli Stati Uniti devono avere la garanzia - ha detto ancora Pompeo - che non vi sarà una minaccia terroristica dal Paese. "Noi faremo qualsiasi cosa necessaria per proteggere il nostro popolo", ha concluso Pompeo.

"Se i talebani rispettano l'accordo, gli Stati Uniti inizieranno una riduzione delle forze basata sulle delle condizioni, e ripeto basata su delle condizioni". Lo ha detto il segretario alla Difesa, Mark Esper, sottolineando che gli Stati Uniti non esiteranno ad annullare l'accordo se i talebani non ne rispetteranno i termini. Il capo del Pentagono, che si trova in Afghanistan, ha comunque sottolineato come questo accordo sia "un sostanziale progresso" verso la fine del conflitto più lungo in cui sono stati coinvolti gli Stati Uniti. E che l'accordo firmato oggi a Doha costituisce un "momento chiave del processo di pace".

Esper ha spiegato che gli americani lavoreranno con gli alleati per la riduzione del numero di truppe in Afghanistan. "Mentre procederanno i negoziati intra-afghani, gli Stati Uniti monitoreranno attentamente le azioni dei talebani per valutare se i loro sforzi verso la pace sono in buona fede - ha detto Esper - "se i talebani rispetteranno l'accordo, gli Stati Uniti inizieranno una riduzione delle forze basate sulle delle condizioni. In concomitanza lavoreremo con gli altri membri della Coalizione per portare avanti una riduzione proporzionale delle truppe".

"Tuttavia - ha puntualizzato il capo del Pentagono - se i Talebani non rispetteranno gli impegni, perderanno la possibilità di sedersi con i loro compatrioti afghani e discutere sul futuro del loro paese. Inoltre, gli americani non esiteranno ad annullare l'accordo".

L'Unione Europea saluta l'accordo di pace fra i Talebani e gli Stati Uniti e la dichiarazione congiunta afghano-americana come "importanti primi passi" verso una soluzione durevole al conflitto in Afghanistan. "Non bisogna perdere quest'occasione di procedere verso la pace", si legge in una dichiarazione diffusa da Josep Borrell, responsabile della politica estera Ue.

I negoziati devono iniziare al più presto e coinvolgere tutte le fazioni politiche e i gruppi della società, ha sottolineato Borrell. "Serve una soluzione politica al conflitto, nella quale i diritti umani, compresi quelli delle donne, siano rispettati e si tenga conto delle comuni rimostranze", ha proseguito il rappresentante Ue, esortando le parti interessate "a porre gli interessi della nazione sopra ogni altra considerazione". L'Unione Europea è infine pronta "a facilitare e sostenere" il processo di pace.

L'Italia accoglie con favore la conclusione dell'accordo che è "coerente con la nostra convinzione che non ci può essere una soluzione militare al conflitto afghano". E' quanto si legge in una nota della Farnesina, secondo cui "la speranza" adesso è che "i negoziati inclusivi inter afghani inizieranno presto, aprendo la strada ad una pace duratura ed alla sicurezza nel Paese, che può essere sostenibile se accettata da tutti gli afghani e agganciata alle comunità in tutto il Paese".

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