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Siria: Iacomini (Unicef), 'Europa batta un colpo e metta fine a guerra'

02 marzo 2020 | 15.40
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(Photo AFP) - AFP
(Photo AFP) - AFP

"Dopo il piccolo Aylan, servirà l'ennesimo bambino siriano morto mentre sbarca a Lesbo per svegliare la coscienza dell'Europa? Il problema è uno solo: concentrare gli sforzi per stabilizzare quella zona; mettere, in sostanza, fine alla guerra in Siria. E' il più grande disastro dal dopoguerra ad oggi: negli ultimi 10 anni ha prodotto una cifra impressionante di bambini morti. L'Europa batta un colpo". E' accorato l'appello del portavoce dell'Unicef Italia Andrea Iacomini all'Adnkronos dopo le ultime notizie che giungono dalle aree di confine tra Grecia e Turchia. La gestione della nuova ondata migratoria ("che peraltro si trova alle porte di un'Europa sotto choc coronavirus dove si apprestano ad arrivare tanti bambini non vaccinati", ricorda) va senza dubbio governata ma è secondaria rispetto al tema "strategico" e radicale della pace.

"Il piccolo migrante morto è un fatto drammatico, sconvolge il cuore, tutti ora pronti a piangerlo, ma quanto dura? L'Europa convoca i vertici Ue e va ad Atene. Poi? Bisogna avere il coraggio di chiedere stabilità nella zona della Siria nord-occidentale", spiega con forza Iacomini precisando che c'è un movimento di "un milione di persone che si spostano" non solo verso il confine con la Turchia ma anche all'interno del Paese. "Metà di loro sono bambini", costretti a fuggire per l'ennesima volta da luoghi in cui non hanno più casa con tutti i rischi "che conosciamo, come lo sfruttamento minorile, bambini trasformati in soldato, bambine di appena 9 anni vittime di violenze", evidenzia il portavoce Unicef.

"Questa maledetta guerra ha ucciso 1.100 minori nel 2018, 900 nel 2019. A Idlib sotto i bombardamenti vivono in condizioni difficilissime: muoiono di freddo, sono alla mercé delle mine anti-uomo con il rischio di essere mutilati. E non è una novità che vi siano atti di autolesionismo. L'Unicef l'ha denunciato anni fa. La disperazione mina i più piccoli: un bambino su 4 ha problemi psicologici a causa della guerra. Per favore, fermiamola".

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