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Gentiloni: "Sì al Mes se c'è un buon accordo"

06 aprile 2020 | 16.46
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Il Commissario europeo chiede poi un "piano Marshall Ue presto"

(Fotogramma)
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In Europa per affrontare la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 serve "uno strumento di bilancio comune", che dovrebbe "essere messo in piedi presto". Visto che si parla di un piano Marshall europeo, "voglio ricordare che non abbiamo due anni di tempo. Il piano Marshall venne varato nel 1947", solo due anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. E noi "abbiamo bisogno di un piano Marshall nel 1945, non nel 1947". Lo sottolinea il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, durante un'intervista trasmessa via web da Bruegel, think tank europeo con sede a Bruxelles. "Il rilancio dell'economia europea deve essere affrontato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, non nei prossimi anni", conclude Gentiloni.

Quanto all'accesso alle Eccl (Enhanced Conditions Credit Lines) del Meccanismo europeo di stabilità dovrebbe essere utilizzato per aiutare i Paesi membri dell'Ue a contrastare le conseguenze della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, a patto che si trovi "un buon accordo", che consenta di utilizzare questo strumento in un modo "completamente diverso" da come vennero usate durante la crisi finanziaria. Lo spiega il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, durante un'intervista pubblica trasmessa via web da Bruegel, think tank europeo con sede a Bruxelles.

"In Italia - dice Gentiloni - c'è discussione su questa materia. Ma l'opinione della Commissione è che se raggiungiamo un buon accordo, questo è uno degli strumenti che dovremmo usare". "Ovviamente - continua - non puoi dire a un Paese colpito da una crisi così terribile", come l'Italia, "ok ora devi avere un programma di sorveglianza, verranno e ti diranno cosa fare con le pensioni, con questo e con quello".

"Questo è ovviamente politicamente del tutto impossibile - prosegue Gentiloni - so che è molto chiaro a tutti, e più di tutti a Klaus Regling, che è il direttore dell'Esm. Stiamo tentando di utilizzare questo strumento in un modo completamente diverso rispetto" a come venne utilizzato "durante la crisi finanziaria".

Si tratta, aggiunge Gentiloni, di "una materia ancora in discussione. Il punto chiave è un approccio molto diverso dovrebbe stabilire regole per le Eccl, per dire una volta per tutte" quali sono i termini, "anche prima che i singoli Paesi chiedano, o non chiedano, di accedere alle linee". Non ci devono essere, dice ancora Gentiloni, "programmi fatti su misura per ciascun Paese, sulla base di programmi di sorveglianza", ma un solo piano "per tutti".

Così, "se il Belgio decide di farne richiesta, sarà una decisione belga, ma lo strumento è lì, con una valutazione previamente stabilita, per tutti gli Stati membri". "Sappiamo - aggiunge - che alcuni Stati membri non le chiederanno mai. Non cosa l'Italia potrebbe o dovrebbe decidere su questo, ma è una decisione che riguarda tutti gli Stati membri. Questa - conclude - è la chiave per la discussione".

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