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Coronavirus, Usa: con sostegno Trump cresce protesta anti-lockdown

18 aprile 2020 | 16.27
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Dopo il Michigan manifestazioni in una decina di stati per chiedere la riapertura dell'economia

Foto Fotogramma
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Con l'aperto sostegno ed incoraggiamento di Donald Trump, da qualcuno accusato di fomentare l'insurrezione, cresce negli stati americani la protesta anti lockdown. Dopo le manifestazioni che questa settimana si sono avute in sei stati, con il Michigan come apripista, nei prossimi giorni sono in programma mobilitazioni in altri quattro stati per chiedere la sospensione delle misure di contenimento per contrastare la diffusione del Covid19.

Come è evidente dai messaggi esaltati pubblicati ieri su Twitter da Trump - "liberate, Michigan, Minnesota, Virginia!" - il presidente intende prendere di mira i governatori democratici in stati che saranno cruciali per le prossime elezioni presidenziali. Alle richieste di chiarimento dei giornalisti al briefing, il presidente ha detto di ritenere che alcune misure adottate sono "troppo severe", attaccando in particolare "come orribile per il secondo emendamento" la misura varata in questi giorni in Virginia per il controllo sulla vendita delle armi.

Ma per molti Trump, rimasto orfano causa coronavirus degli oceanici rally, spera così di poter guidare, da remoto, questo nuovo movimento che finora ha visto protagonisti gruppi superstiti dell'era del Tea Party, attivisti conservatori potenziati da un network dell'estrema destra, con finanziatori del mondo del business.

L'obiettivo, e la speranza, è di poter canalizzare la preoccupazione, la rabbia delle decine di milioni di americani che stanno perdendo il lavoro non contro il governo federale di Washington ma contro le misure adottate a livello locale per cercare di contenere l'epidemia - che conta il record mondiale di oltre 700mila contagiati e 37mila morti negli Stati Uniti - che il presidente, con una sua ennesima strategica giravolta, ha detto che devono essere i governatori a revocare

"Credo che si stato raggiunto e superato un punto di ebollizione", ha detto al Washington Post Stephen Moore, un economista conservatore che fa parte del consiglio della Casa Bianca per la riapertura ma anche ad una coalizione di attivisti conservatori che spingono per la fine del lockdown. "Chiamo queste persone le Rosa Parks dei nostri giorni - ha poi azzardato, considerando che si tra i dimostranti ci sono anche gruppi dell'estrema destra - stanno protestando contro l'ingiustizia e la mancanza di libertà".

Le proteste sono spontanee, organizzate attraverso pagine Facebook 'Reopen' che si stanno sviluppando in tutti gli stati, assicura poi Moore spiegando che il suo gruppo si limita a dare consigli ed assistenza legale. Nuove proteste sono attese nei prossimi giorni in Texas, Minnesota, Vermont. Anche se finora non si è mai trattato di manifestazioni molto affollate, e governatori e democratici continuano a ripetere che a protestare è solo una piccola minoranza, a preoccupare democratici e commentatori è quello che viene definito il pericoloso intervento di Trump.

"Il presidente sta fomentando la ribellione interna e diffondendo bugie mentre la sua stessa amministrazione dice che il virus è reale e letale e che abbiamo molta strada da fare prima di revocare le restrizioni", ha detto Jay Inslee, governatore democratico dello stato di Washington dove questo weekend è prevista una protesta ad Olympia contro le misure che saranno in vigore fino al 5 maggio.

Se l'obiettivo diretto di Trump sono i governatori democratici degli stati chiave, o quelli, come l'ormai antagonista newyorkese Andrew Cuomo, che stanno assumendo un ruolo leader nella risposta alla crisi, anche tra i governatori repubblicani circola un certo disagio nell'abbracciare la richiesta del presidente di affrettare la riapertura con bollettini da guerra delle vittime del coronavirus.

Si pensi che il governatore di uno stato solidamente repubblicano come il Texas, Gregg Abbott ieri ha annunciato un piano per alleggerire le restrizioni alle attività economiche ma lascia di fatto invariato l'ordine di stare a casa e rimanda il grosso delle questioni a fine mese. "Siamo concentrati sulle strategie per riaprire il Texas mentre ci manteniamo protetti dalla diffusione del Covid19", ha detto il repubblicano.

La stessa titubanza è stata espressa dai governatori di stati come Missouri e Mississippi che secondo Trump, come stati meno colpiti al momento dal virus, dovrebbero "molto velocemente" sospendere le misure di contenimento. Il problema centrale per gli amministratori locali di ogni colore è il fatto che la Casa Bianca non avrebbe fatto abbastanza in queste settimane per assicurare un sistema abbastanza ampio ed affidabile di test per poter pensare ad una fase due.

Insomma, la frustrazione delle amministrazioni locali sta crescendo e da qui la mossa del cavallo di Trump, che ha sta cercando di rovesciare colpe e responsabilità sui governatori, aizzando contro di loro la protesta della sua base. Una strategia che un commento del Washington Post, che certo non pecca di simpatie trumpiane, definisce "magistrale".

"Assediato da una crisi di una complessità senza precedenti, Trump ha provocato l'opposizione affermando vagamente poteri dittatoriali sulle decisioni locali" contando sul "riflesso pavloviano" dei suoi oppositori che hanno gridato allo scandalo ed alla violazione della costituzione. "A questo punto, come era prevedibile, Trump ha risposto: Ok, fate come volete. E mai un uomo è stato così felice nel dirsi senza autorità", conclude il commento.

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