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Sassoli: "Con Recovery salto qualità da crisi passate"

21 maggio 2020 | 17.18
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(Afp)
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La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen "ha dato un'indicazione, confermata anche dalla proposta francotedesca", che il Recovery Instrument "si leghi saldamente al bilancio Ue. Questo produce una comunitarizzazione dell'emergenza, Rispetto alle crisi del 2008-2009" e a quella del debito del 2011-12 "c'è un salto di qualità evidente". Lo sottolinea il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, ospite su YouTube del settimanale L'Espresso. "Perché - continua Sassoli - non si tratta di uno strumento separato", quindi sottratto al controllo democratico, ma "di uno strumento comunitario in cui tutte le istituzioni Ue hanno una loro forte responsabilità: il Parlamento Europeo non solo negozia il bilancio, ma lo vota", sottolinea infine.

PIANI DI RIPRESA - Nell'ambito del Recovery Instrument, "serviranno 27 piani nazionali di ricostruzione" per uscire dalla profonda recessione provocata dalla pandemia di Covid-19, e gli Stati membri dovrebbero "concentrarsi" già adesso sull'elaborazione di questi piani. Non è un problema "solo europeo", sottolinea Sassoli. Al contrario, gli Stati nazionali dovranno redigere piani per stabilire "dove finiranno questi soldi, per quali programmi" verranno usati, se "aiuteranno il cambiamento della macchina industriale per il Green Deal". "E l'industria italiana - continua Sassoli - sarà all'altezza della sfida? Verranno distribuiti in modo clientelare o verranno messi in un imbuto che potrà produrre crescita e sviluppo?". Sono tutte questioni sulle quali, conclude, i Paesi membri farebbero bene a "concentrarsi" fin d'ora.

SOLDI E BUROCRAZIA - L'Unione Europea può anche effettuare "enormi stanziamenti", ma poi i soldi devono "arrivare ai cittadini". In mezzo ci sono i governi nazionali, che dovrebbero mettere un po' di "ordine" nel funzionamento delle proprie strutture burocratico-amministrative, non solo in quelle pubbliche, ma anche in quelle "private". L'Europa, dice Sassoli, "potrà mettere un enorme stanziamento" per spingere la ripresa, "ma se poi i soldi non arrivano" ai destinatari ultimi, "aumenterà la distanza con i cittadini". Perché "in mezzo ci sono i governi nazionali, sono loro che glieli devono fare arrivare. Sono contento che ci sia voglia di fare, ma - sottolinea - se prendiamo un anno normale, prima di Covid-19, i soldi dell'Ue tornano indietro" dai Paesi destinatari, "perché non sanno spenderli". "Se la cassa integrazione non arriva" a destinazione "e ci sono i soldi", allora i "governi dovrebbero rimettere in ordine nelle macchine amministrative, negli istituti di previdenza...ma non voglio entrare nelle questioni nazionali". Tuttavia, "un po' di ordine nelle strutture burocratico-amministrative" forse andrebbe fatto. Non solo nelle strutture pubbliche, ma anche in quelle "private", come le banche. "Non vorrei - aggiunge Sassoli - che domani arrivasse un Recovery Fund strepitoso, con un bilancio ricco e che poi i soldi non arrivino" ai destinatari, per le inefficienze degli Stati nazionali. "Sarebbe anacronistico e drammatico".

MES - Il sistema sanitario italiano ha bisogno di "ulteriori investimenti", per esempio nella "medicina territoriale" o per le Regioni che sono attualmente "commissariate" nella gestione della sanità. E le risorse del Pandemic Crisis Support, le linee di credito antipandemia del Mes, possono fornire "risorse utili" allo scopo, a patto che vengano fatti "programmi" precisi. In Italia, ricorda Sassoli, ci sono "Regioni commissariate sulla sanità, che non possono fare investimenti e assunzioni. Avere prestiti per sostenere queste Regioni" potrebbe essere utile, oppure per la "medicina di base: quanto è delicata la riapertura, con i centri commerciali, le università...". Quindi, potrebbe essere utile stilare un "piano per la medicina territoriale". E, "se qualcuno non te lo regala, allora magari prendi il Mes". Anche perché, osserva Sassoli, utilizzare quelle risorse in modo appropriato "metterebbe in luce una qualità". Perché è vero che "servono tanti soldi, ma bisogna saperli spendere. Bisogna fare programmi e poi cercare di finanziarli", non il contrario. O ancora, i fondi del Mes potrebbero tornare utili "quando ci sarà il vaccino, perché prima lo devi avere, ma poi lo devi forse comprare, poi distribuire". E nel Mes "ci sono risorse utili per questo tipo di attività". Proprio oggi, riporta il quotidiano greco in lingua inglese eKathimerini.com citando un giornale cipriota, Phileleftheros, il ministro delle Finanze Constantinos Petrides ha annunciato che Nicosia "naturalmente utilizzerà il Mes per le spese sanitarie". Il governo cipriota sta calcolando le spese che potranno essere coperte, per poi "prendere a prestito liquidità dal Mes a tassi convenienti", ha concluso Petrides.

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