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Coronavirus, Oms Europa: "Controllo contagi o niente ripresa economica"

28 maggio 2020 | 12.11
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Il direttore Kluge: "L'Europa sta entrando in una recessione economica". Poi sottolinea: "Ma non bisogna tagliare spesa sanitaria"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Non può esserci ripresa economica senza che la trasmissione del coronavirus sia posta sotto controllo". E' il monito di Hans Kluge, direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa.

"L'Europa - ha ricordato - sta entrando in una recessione economica. La produzione economica è destinata a crollare nella prima metà del 2020 e la maggior parte della contrazione avrà luogo nel secondo trimestre. Si prevede che poi riprenderà, supponendo che il virus sia posto sotto controllo. Secondo le previsioni economiche di primavera dell'Ue, si prevede che il Pil si contrarrà di circa il 7,5% quest'anno, molto di più rispetto alla crisi finanziaria globale nel 2009, e che aumenterà di solo il 6% nel 2021. Questo lascerebbe l'economia europea a un livello di circa il 3% inferiore rispetto alle previsioni".

"Siamo preoccupati che i Paesi rispondano a questa crisi nello stesso modo in cui hanno fatto con la recessione di 10 anni fa, nel 2009: tagliando la spesa sanitaria", ha evidenziato Kluge sottolineando: "Tra il 2008 e il 2013 la spesa pubblica per la salute delle persone è diminuita in circa la metà dei paesi della nostra Regione. Questi tagli hanno impedito a molte persone di accedere alle cure sanitarie di cui avevano bisogno. Il bisogno insoddisfatto di assistenza sanitaria è aumentato in 19 dei 28 paesi dell'Ue, colpendo 3 milioni di persone in più nel 2013 rispetto al 2008. Inoltre, fino al 9% delle famiglie si è trovato in condizioni di povertà a causa delle spese per assistenza sanitaria".

"I paesi che hanno intrapreso la strada dei tagli alla spesa sanitaria - prosegue Kluge - hanno lottato per riprendersi dallo shock economico. Dobbiamo imparare dagli errori del passato. Oggi, la nostra priorità deve essere quella di investire nella salute, investire nella protezione sociale e, soprattutto, evitare l'austerità, che ha devastato la vita di così tante persone in Europa. Investire nella salute e nella protezione sociale - soprattutto quando l'economia è instabile - è il segno di un'azione politica responsabile".

"Oggi sono passati poco più di 4 mesi da quando i primi casi del nuovo coronavirus sono stati segnalati ufficialmente nella Regione Europea dell'Oms - ha ricordato - Sono ora oltre 2 milioni i casi confermati di Covid-19 in tutta la Regione e, tragicamente, sono morte oltre 175.000 persone. Il 94% di tutti i decessi da Covid-19 riguardava persone di età pari o superiore a 60 anni e il 59% di tutti i decessi è avvenuto negli uomini".

"Il 97% di tutti i decessi con informazioni disponibili - ha illustrato - presentava almeno una malattia sottostante, soprattutto patologie cardiovascolari. Negli ultimi 14 giorni i casi cumulativi nella Regione Europea sono aumentati del 15% e la Regione rappresenta ancora il 38% dei casi e il 50% dei decessi a livello globale. I cinque paesi europei che hanno riportato il numero cumulativo più elevato di casi confermati di Covid-19 negli ultimi 14 giorni sono la Federazione russa, il Regno Unito, la Turchia, la Bielorussia e l'Italia. Spagna, Italia, Regno Unito e Francia continuano a rappresentare il 72% di tutti i decessi di Covid-19 nella regione".

"Forse una cifra meno segnalata, ma altrettanto allarmante, è che dall'inizio di marzo sono stati segnalati oltre 159.000 morti in eccesso, in coincidenza con la pandemia, da 24 paesi europei. Si tratta di decessi in più rispetto a quelli che ci saremmo aspettati normalmente in questo periodo dell'anno".

"Per evitare di dover intraprendere nuovamente misure di restrizione come nei mesi scorsi, sarà cruciale individuare, isolare, trattare e tracciare i contatti di tutti i casi", ha detto ancora.

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