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Brexit, Gb ci ripensa: più flessibilità su importazioni da Ue

12 giugno 2020 | 11.39
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"Approccio pragmatico' dopo la crisi del coronavirus"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Il governo britannico non intende più introdurre controlli rigorosi per le merci in arrivo nel Regno Unito, dopo il periodo di transizione post Brexit che scadrà a fine anno. Secondo quanto riporta il Financial Times, l'esecutivo guidato da Boris Johnson avrebbe abbandonato il progetto, dopo le pressioni esercitate dal mondo delle imprese. Una fonte governativa citata dalla Bbc ha ammesso che a seguito della pandemia da coronavirus servirà "un approccio pragmatico e flessibile" per non penalizzare ulteriormente le aziende, già colpite duramente dalla crisi dovuta alla pandemia.

Il progetto del governa era di introdurre a partire da gennaio controlli alle dogane sulle importazioni. Ma, hanno spiegato fonti dell'esecutivo alla Bbc, occorre "aiutare le aziende ad adattarsi ai cambiamenti". Secondo quanto anticipa il Financial Times, verrà quindi adottato un "regime temporaneo leggero" in porti come quello di Dover, a prescindere se le merci in entrata siano di provenienza Ue o da Paesi terzi. La nuova regola si applicherà solamente alle merci in entrata, mentre sui controlli per le merci in uscita verso l'Ue spetterà a Bruxelles stabilire quale regime adottare.

Resta invece confermata la posizione di Downing Street sul periodo di transizione post Brexit, che terminerà il 31 dicembre, e per il quale non verrà chiesta una proroga. Da più parti, sia a Londra che a Bruxelles, dopo la crisi del coronavirus era stato chiesto al governo di estendere la fase di transizione iniziata dopo l'uscita dalla Ue.

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