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Imam Magliana: "Santa Sofia? Atto politico"

12 luglio 2020 | 15.45
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Sami Salem: "Il Papa non poteva che essere addolorato". E sottolinea: "La religione non c'entra nulla, atti che incrementano conflitto sempre messaggi dolorosi"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"E' un atto politico, la religione non centra nulla e i politici dovranno prendersene la responsabilità. Il Papa non poteva che essere addolorato". Così all'Adnkronos Sami Salem, Imam della Moschea della Magliana di Roma ha definito la decisione del governo turco di convertire Santa Sofia ad Istanbul in moschea, commentando anche le parole del Papa di oggi all'Angelus.

"Noi tutti, musulmani e non, dobbiamo operare per creare un luogo di serenità, tranquillità e di pace per tutti gli essere umani, al di là del credo religioso - ha aggiunto Sali Salem - Qualsiasi atto che incrementi il clima di conflitto tra le religioni è sempre un messaggio doloroso e ingiusto: dobbiamo costruire la pace e l'unione tra i popoli e non la divisione".

"Siamo vicini al pensiero di Papa Francesco", dice anche all'Adnkronos Zahoor Ahmad Zargar, presidente della Comunità islamica savonese.

"Un'azione che non mi meraviglia, un atto di forza di coloro che detengono il potere con la forza - ha detto ancora Zargar - Credo che sarebbe dovuto rimanere tutto come era. Non c'è democrazia, non c'è rispetto per gli altri: bisogna dare voce a tutti e tutti abbiamo stessi diritti".

Né museo, né moschea, "Santa Sofia doveva rimanere una chiesa e basta. Da secoli sono state fatte scelte politiche e culturali con cui non mi trovo d’accordo". E' netta la posizione di Yahya Pallavicini, imam di Milano e presidente della Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, sulla scelta del governo turco di riconvertire la basilica di Santa Sofia di Istanbul in una moschea. Una posizione che Pallavicini sa non essere "diplomatica", ma che - spiega all’Adnkronos - è suffragata da "fatti storici e riferimenti coranici".

"Nella storia dell’islam, quando i sapienti musulmani visitavano un luogo di culto, come una sinagoga, un monastero o un luogo di sepoltura di altre confessioni, rispettavano sempre questi luoghi e la loro identità. A partire dall’episodio del califfo Omar che, quando entrò a Gerusalemme e gli offrirono la possibilità di pregare in una chiesa, rifiutò per rispetto dei fedeli cristiani".

Allora come oggi, secondo Pallavicini, è questo l’approccio da mantenere. Motivo per cui giudica sbagliata anche la scelta precedente di trasformare Santa Sofia in museo. "Lasciamo i luoghi di culto all’uso per cui sono nati, rispettiamo le diversità dall’inizio alla fine - prosegue -. A Istanbul ci sono tante bellissime moschee dove i musulmani possono pregare, non c’era bisogno di averne un’altra. A mio parere questo è il frutto di logiche di potere e politiche".

Sulle parole di questa mattina di Papa Francesco, che si è detto "molto addolorato" per la vicenda, Pallavicini spiega che Bergoglio "giustamente difende l’opportunità di tutelare gli spazi di culto delle differenti religioni. Per vie diverse, siamo d’accordo. D’altronde chi è veramente per il dialogo interreligioso, come lo è Papa Francesco, è anche per il rispetto delle identità specifiche delle diverse fedi".

Questo non significa, però, strumentalizzare la vicenda come stanno già facendo alcuni "politicanti italiani", e qui il riferimento non può non essere al presidio organizzato dalla Lega per domani sotto il consolato turco a Milano. "Chi specula per trionfalismo e sovranismo, sfruttando simboli religiosi e culturali, non è mai per il dialogo interreligioso - conclude il presidente della Coreis -. Queste sono solo campagne di opposizione e denigrazione, che si fondano su basi istintive ed emotive".

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