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Ue: fonti, 'fattibile accordo su Recovery questo fine settimana'

15 luglio 2020 | 16.33
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A dirlo sono fonti dell'Eliseo, in vista del Consiglio europeo che prenderà il via dopodomani a Bruxelles: "C'è molta attesa, non conviene deluderla. Conte: "No compromessi al ribasso"

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Trovare un accordo tra i capi di Stato e di governo dell'Ue sul piano per la ripresa e sull'Mff 2021-27, il Quadro Finanziario Pluriennale dell'Unione, è "possibile" e "desiderabile", per una serie di ragioni. In ogni caso, serve "un accordo rapido, prima della fine dell'estate". A dirlo sono fonti dell'Eliseo, in vista del Consiglio europeo che prenderà il via dopodomani a Bruxelles, il primo in cui i leader si ritroveranno di nuovo fisicamente da quello di febbraio, durante il quale arrivò la notizia del presunto 'paziente uno' all'ospedale di Codogno, nel Lodigiano.

Conte: "No compromessi al ribasso"

I motivi per i quali conviene trovare un'intesa sul pacchetto Recovery-Mff già questo fine settimana sono diversi, e tutti validi. Anzitutto, osservano le fonti, "c'è un'attesa politica, mediatica, democratica e anche dei mercati finanziari", che si è fatta già sentire in maniera apprezzabile sui rendimenti dei titoli di Stato.

La decisione di proporre un forte piano per la ripresa, sostenuta dalla "storica" proposta francotedesca su 500 mld di euro di trasferimenti, ha prodotto "un'attesa, una fiducia nell'Ue, per ora potenziale, ma che non bisogna deludere", ammoniscono. Anche perché è evidente a tutti quali sarebbero le reazioni dei mercati finanziari, che in queste settimane sono stati sostenuti proprio dalla prospettiva del Recovery Plan.

Inoltre, il processo che porterà all'approvazione del Recovery Plan e dell'Mff "non finisce dopo il Consiglio europeo", dato che serve il via libera del Parlamento europeo al bilancio, cosa che "non è una formalità".

Ogni Stato membro, poi, "dovrà ratificare rapidamente la decisione sulle risorse proprie", quella che consentirà di creare l'headroom, il margine del bilancio, necessario per consentire alla Commissione di raccogliere fondi sul mercato dei capitali. Non solo: in autunno l'agenda europea sarà "estremamente carica", con questioni importanti che incombono, come la Brexit economica, la risposta alla Covid-19 "più coordinata rispetto a quella della primavera scorsa", la questione migratoria e la lotta al cambiamento climatico.

Insomma, per le fonti, in Europa "non possiamo permetterci il lusso di un lungo dibattito sul bilancio". Un accordo sul pacchetto Recovery Plan-Mff questo fine settimana è "possibile e desiderabile".

Intanto, parlando davanti al suo Parlamento, il premier olandese Mark Rutte ha sì invocato un "rafforzamento" della governance dei piani nazionali di ripresa e resilienza, ma ha anche fatto delle "aperture" che potrebbero consentire di trovare "una soluzione di qui a sabato" sulla questione, che è molto sensibile per il governo italiano, spiegano ancora fonti dell'Eliseo.

E' "legittimo", osservano le fonti, che, se ci sono sul piatto "500 mld di euro" di trasferimenti finanziati da fondi europei, ci sia anche "un'approvazione" dei piani nazionali di rilancio per l'impiego dei medesimi fondi e che l'attuazione degli stessi piani venga seguita "regolarmente". Questo "lo riconoscono tutti". La questione è il "grado" e le "modalità" di questo controllo, cose che sono ancora "in discussione".

Mentre nella proposta della Commissione l'approvazione dei piani nazionali di ripresa e di resilienza, necessari ad accedere ai fondi della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu, seguiva la procedura della comitatologia, in cui la Commissione ha un ruolo preponderante, nella proposta di compromesso i piani nazionali devono essere approvati a maggioranza qualificata dal Consiglio.

E' una soluzione che alla Francia pare "accettabile", a patto però che vengano evitati "veti" e "ritardi inutili ed eccessivi". Una volta che i piani vengono approvati del Consiglio a maggioranza qualificata, per Parigi a controllarne l'applicazione dovrà essere la Commissione. "Eventualmente" se ne potrebbe parlare "a cadenza regolare" nel Consiglio, che è una delle soluzioni che la Francia e altri Paesi propongono per trovare un accordo su questo punto.

Per le fonti "bisogna evitare di avere dei meccanismi troppo lunghi", perché potrebbero finire per ostacolare l'attuazione di un piano per la ripresa che, per essere efficace, deve essere dispiegato "rapidamente". Sarebbe un controsenso introdurre delle procedure che rischiano di "ritardarlo".

La proposta olandese di approvare i piani nazionali all'unanimità in Consiglio, anziché a maggioranza qualificata, non conviene a nessuno, giacché ciascuno Stato avrebbe potere di veto sui piani nazionali dell'altro, con il serio rischio di uno stallo in Consiglio. Bisognerà quindi "trovare un equilibrio" su questo capitolo delicato, ma "non siamo così lontani" dal trovarlo, assicurano le fonti.

Per contrastare la crisi economica prodotta dalla pandemia di Covid-19 nell'Ue, continuano le fonti, "lo sforzo economico necessario è di 500 mld di euro" di trasferimenti, che "sono la nostra priorità nei negoziati" sul Recovery Plan.

I 500 mld di trasferimenti erano il cuore della proposta francotedesca che ha innescato il processo che dovrebbe portare al varo del Recovery Plan. Un 'nocciolo' che però "non è acquisito", perché "serve l'unanimità a 27". Ma quello che si negozia è un piano "basato su risorse prese a debito" dalla Commissione e "l'ammontare che difendiamo con forza, insieme alla Germania, sono 500 mld di trasferimenti".

Una cifra che "è stata ripresa nella proposta della Commissione e mantenuta nella proposta di Charles Michel. E' il nostro obiettivo nei negoziati", concludono le fonti. La proposta della Commissione è composta da 500 mld di trasferimenti (in realtà una parte sono garanzie) e 250 mld di prestiti; fin dall'inizio a Bruxelles si è ipotizzato che i 250 mld siano stati proposti anche in vista del negoziato, in modo da poter tagliare sui prestiti, che devono essere restituiti, anziché sui trasferimenti, che sono a fondo perduto.

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