Il ruandese, arrestato per la seconda volta dalla polizia, ha confessato ai magistrati di aver provocato il rogo nella cattedrale la scorsa settimana. L'uomo rischia una condanna a 10 anni di carcere e una pena pecuniaria di 150mila euro
Il volontario ruandese, arrestato ieri sera per la seconda volta dalla polizia di Nantes, ha confessato ai magistrati di aver provocato l'incendio nella cattedrale la scorsa settimana. Lo riporta il giornale locale Presse Ocean, citando l'avvocato del 39enne rifugiato, Quentin Chabert, che conferma che l'uomo sta collaborando con gli inquirenti. Non è ancora chiaro però quale sia stato il suo movente.
L'uomo era stato arrestato una prima volta subito dopo l'incendio, sabato scorso, ma poi rilasciato, con gli inquirenti che avevano dichiarato che nulla lo collegava ai tre inneschi che hanno fatto divampare le fiamme. L'uomo lavorava come volontario nella diocesi e la sera prima dell'incendio aveva il compito di chiudere la cattedrale.
"Il mio cliente sta collaborando. Si pente amaramente dei fatti ed averli confessati per lui è una liberazione". E' quanto ha dichiarato Quentin Chabert, l'avvocato del 39enne. "E' afflitto dai rimorsi e sopraffatto dalla magnitudine degli eventi", ha aggiunto il legale dell'uomo che ieri sera è stato arrestato ed ora rischia una condanna a 10 anni di carcere ed una pena pecuniaria di 150mila euro.