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Esplosione Beirut, oltre 100 morti e 300mila sfollati

05 agosto 2020 | 07.16
LETTURA: 7 minuti

Centinaia i dispersi, 4mila i feriti. Dichiarato lo stato di emergenza, i dirigenti del porto agli arresti domiciliari. Presidente Aoun: "Responsabili saranno puniti". Da 3 a 5 miliardi dollari prima stima dei danni. Hezbollah: "Tragedia nazionale, pronti ad aiutare". Portavoce contingente italiano: "Nostri alloggi spazzati via". "E' un disastro", il racconto del cooperante italiano. La testimone: "A Beirut scene di guerra, rischio nube tossica". "Esplose 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio". Cos'è e a cosa serve. Quel deposito 'bomba a orologeria'. Il momento dell'esplosione (VIDEO 1, 2). La città devastata (GUARDA). Il messaggio di Mattarella

(Afp)
(Afp)

E' di "oltre 4.000 feriti e più di cento morti" il bilancio delle devastanti esplosioni di ieri a Beirut. Lo ha reso noto la Croce Rossa libanese, secondo quanto riferiscono i media locali.

Mentre sono centinaia le persone di cui è stata denunciata la scomparsa da parte di parenti. A darne notizia è stato il ministro della Sanità libanese, Hamad Hassan, annunciando anche che il suo ministero sta lavorando ad un piano di emergenza per l'allestimento degli ospedali da campo inviati da Qatar, Iran, Kuwait, Oman e Giordania. Tra i 6 e gli 8 ospedali da campo saranno pronti "presto", ha assicurato.

Quattro strutture ospedaliere della capitale libanese, danneggiate dalle esplosioni, sono fuori servizio, quelle tuttora funzionanti sono state investite in pieno dall'emergenza. I pazienti vengono curati nei parcheggi degli ospedali o di quello che resta di queste strutture. Al Arabiya racconta di medici e paramedici impegnati a liberare le strade di accesso dalle macerie, mentre i feriti che continuano a essere trasportati ricevono le prime cure nei parcheggi.

VITTIME - Tra le vittime ci sono anche un cittadino australiano e due delle Filippine. "Posso confermare che un australiano è stato ucciso", ha detto il premier Scott Morrison, in dichiarazioni riportate dai media australiani. Il primo ministro ha espresso solidarietà al Libano, dove vive una "grande comunità australiana". L'ambasciata australiana a Beirut è stata danneggiata "in modo significativo" dalle devastanti esplosioni, ha aggiunto il premier Morrison.

Il ministero degli Esteri di Manila ha invece confermato che ci sono due morti, 11 dispersi e otto feriti tra i cittadini delle Filippine. Tutte le vittime si trovavano nelle abitazioni dei loro datori di lavoro quando sono avvenute le terribili esplosioni, ha riferito il portavoce Eduardo Menez, citato dai media locali. Nel Paese dei Cedri vivono e lavorano circa 33.000 filippini.

Tra i feriti ci sono alcuni dipendenti dell'ambasciata tedesca a Beirut. "Ci sono stati dei feriti tra il personale dell'ambasciata - ha reso noto il ministero degli Esteri di Berlino - Tenuto conto dei danni considerevoli nella zona urbana di Beirut non possiamo escludere per ora che altri cittadini tedeschi possano essere tra i morti e i feriti". Il ministero ha precisato poi che la sede dell'ambasciata, che si trova non lontano dal porto, è stata danneggiata, ma "la gravità dei danni non è ancora stata valutata". La cancelliera Angela Merkel, attraverso la sua portavoce Ulrike Demmer, si è detta "sconvolta" per quanto accaduto, e ha assicurato "sostegno al Libano".

Anche la moglie dell'ambasciatore olandese in Libano è rimasta gravemente ferita. Lo ha riferito il ministero degli Esteri olandese, secondo quanto riporta la Bbc. La donna è stata ricoverata in uno degli ospedali della città. L'ambasciata olandese, che si trova non lontano dal luogo dell'esplosione, ha subito gravi danni.

Il Foreign Office ha riferito che nessun membro dello staff dell'ambasciata britannica a Beirut risulta disperso, ma che un "ristretto numero ha subito ferite non gravi". Sia il premier Boris Johnson che il ministro degli Esteri Domic Raab hanno offerto il sostegno di Londra alle autorità libanesi.

Tra le persone rimaste ferite ci sono anche due cittadini di nazionalità greca e due cittadini della Giordania.

NITRATO D'AMMONIO - Alla magistratura libanese venne notificato per sei volte che il deposito di nitrato d'ammonio al porto di Beirut era pericoloso e che i funzionari della dogana avevano chiesto di trasferire il materiale. Lo ha detto alla tv Lbci il direttore generale delle dogane libanesi, Badri Daher, secondo quanto riferisce al Arabiya, ma l'autorizzazione non venne mai concessa.

Le autorità portuali di Beirut erano a conoscenza della presenza di sostanze pericolose, ma hanno sottovalutato il pericolo, ha detto uno dei responsabili del porto, intervistato dai media locali. "Sapevamo che c'erano materiali pericolosi ma non fino a questo punto", ha affermato, sostenendo che non c'erano esplosivi immagazzinati in prossimità del vasto quantitativo di nitrato di ammonio esploso ieri. Inoltre, il funzionario ha aggiunto che sia i responsabili delle dogane che quelli della sicurezza avevano inviato alle autorità segnalazioni sulla presenza di materiali esplosivi, chiedendone la rimozione. Tuttavia, "abbiamo atteso sei anni che la questione venisse affrontata".

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STIMA DEI DANNI - La prima stima dei danni provocati dalle due esplosioni si aggira dai 3 ai 5 miliardi di dollari. Lo ha riferito il governatore di Beirut, Marwan Abboud, in una dichiarazione riportata dai media locali. Sono "più di 300.000" gli sfollati a Beirut, ha detto il governatore. Tra gli edifici danneggiati anche la moschea di Mohammed Al Amin, in centro a Beirut, che ha riportato gravi danni.

PRESIDENTE LIBANESE - ''Non ci sono parole per descrivere l'orrore che ha colpito Beirut ieri sera, trasformandola in una città disastrata''. Lo ha detto il presidente del Libano Michel Aoun all'inizio di una riunione di emergenza del governo libanese. ''E' un momento di tristezza per i martiri, i feriti e i dispersi. Lo shock senza dubbio travolge i cuori di tutti i libanesi'', ha proseguito nel discorso trasmesso dalla televisione di stato. Aoun ha quindi invitato tutti i cittadini libanesi alla ''solidarietà per poter superare insieme gli effetti disastrosi'' causati dalle esplosioni.

Il presidente ha poi sottolineato che le autorità libanesi sono ''determinate'' a comprendere cosa abbia causato le terribili esplosioni ed ha assicurato ''punizioni severe'' per chi verrà riconosciuto colpevole. ''Abbiamo chiesto aiuto a vari Paesi per curare i feriti e riparare i danni al porto e nella capitale'', ha aggiunto Aoun.

"E' un disastro", il racconto del cooperante italiano

La testimone: "A Beirut scene di guerra, rischio nube tossica"

DIRIGENTI DEL PORTO AGLI ARRESTI DOMICILIARI - Il governo libanese ha deciso di porre agli arresti domiciliari tutti i funzionari del porto di Beirut che dal 2014 erano responsabili dello stoccaggio di nitrato di ammonio e della sua sicurezza. Lo riferiscono fonti ministeriali citate dal Daily Star. La ministra per i Rifugiati, Ghada Shreim, ha riferito che saranno messi agli arresti domiciliari "tutti i dirigenti del porto responsabili della gestione, della protezione e dell'ispezione dei materiali esplosivi" dal 2014, anno in cui venne sequestrato il carico di nitrato d'ammonio conservato nel deposito esploso ieri. Dal canto suo il ministro dell'Interno Mohamed Fahmy ha precisato che la misura prevede un divieto di viaggi "per chiunque abbia un tipo di legame con quanto successo" e ha rivolto un appello "all'unità" ai politici libanesi, a "mettere da parte le dispute per salvare il Paese". Il ministro ha escluso un'inchiesta internazionale, sottolineando che il Libano ha "le competenze necessarie" per realizzare un'inchiesta oggettiva: "L'importante è trovare i responsabili". Il governo libanese ha dichiarato Beirut città disastrata, decretando lo stato di emergenza nella capitale per due settimane. Lo ha annunciato il ministro dell'Informazione Manal Abdel Samad al termine di una riunione dell’esecutivo. Abdel Samad ha riferito che il mantenimento della sicurezza a Beirut è affidato all’Esercito.

HEZBOLLAH: "TRAGEDIA NAZIONALE" - Hezbollah parla di "tragedia nazionale" e annuncia il rinvio a data da destinarsi del discorso televisivo che il leader degli sciiti libanesi, Hassan Nasrallah avrebbe dovuto pronunciare stasera. In un comunicato diffuso dopo la devastante esplosione di Beirut, il partito ha offerto il proprio cordoglio ed offerto il proprio aiuto per fronteggiare il "grave disastro", spiegando che il discorso di Nasrallah è rinviato per onorare il lutto nazionale.

AIUTI - Subito è scattata la solidarietà internazionale. L'Unione Europea ha offerto il proprio pieno appoggio al Libano ed ha attivato il suo Meccanismo di Protezione civile per rispondere alla crisi, attraverso il coordinamento degli aiuti messi a disposizione dagli stati membri. L'Unione dispiegherà urgentemente "oltre 100 vigili del fuoco altamente addestrati" a gestire queste situazioni, con unità cinofile ed equipaggiamento, specializzati nella ricerca e nel soccorso in contesti urbani", ha dichiarato il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic. "L'Ue ha anche attivato il sistema di mappatura satellitare Copernicus per aiutare le autorità libanesi a definire l'estensione dei danni", ha aggiunto. "Siamo con il Libano e il suo popolo e siamo pronti a mobilitare altri aiuti", ha assicurato. Nelle prossime ore partiranno dall’Italia "due velivoli C130 dell’Aeronautica Militare che trasporteranno in Libano otto tonnellate di materiale sanitario e squadre dei Vigili del Fuoco e della Difesa specializzate in ambienti NBCR ed esperti della valutazione del danno agli edifici coinvolti" comunica la Protezione Civile con una nota.

"RINVIATO VERDETTO SU OMICIDIO HARIRI" - E' stato rinviato, a seguito delle devastanti esplosioni di ieri a Beirut, il verdetto del tribunale delle Nazioni Unite, previsto per venerdì, sulla morte dell'ex premier libanese Rafik Hariri in un attentato il 14 febbraio del 2005. Lo riferisce al Jazeera, citando lo stesso tribunale.

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