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Libano, stilista Mohanna: "E' un'araba fenice, saprà risorgere"

05 agosto 2020 | 20.08
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Abita e lavora a Milano, ma, racconta all'Adnkronos, con il suo Paese, vittima ieri di una terribile esplosione nel porto di Beirut, ha, "come tutti i libanesi, un senso di appartenenza fortissimo e sofferto come con un malato che si cerca sempre di salvare"

(Afp)
(Afp)

"Il Libano non si merita questa sofferenza. Ma è come un'araba fenice e saprà risollevarsi e diventare meglio di come era". Mona Mohanna è una stilista, nata in Libano ma arrivata in Italia 31 anni fa. Abita e lavora a Milano, ma, racconta all'Adnkronos, con il suo Paese, vittima ieri di una terribile esplosione nel porto di Beirut, ha, "come tutti i libanesi, un senso di appartenenza fortissimo e sofferto, come con un malato che si cerca sempre di salvare".

Arrivata in Italia nel 1989 a 19 anni, Mohanna ha studiato e lavorato a Reggio Emilia. Poi si è trasferita a Milano, dove ha preso un master in Fashion Design, e ha lanciato la sua linea, Traditions by Mona Mohanna, che unisce le tecniche e le tradizioni del mondo arabo con i gusti occidentali. La sua vita e il suo lavoro sono a cavallo fra Milano e Beirut, fra Occidente e Medio Oriente. E in Libano Mohanna va spesso.

"I miei genitori, mia sorella e i miei cugini abitano a Beirut. Noi viviamo a pochi chilometri dal porto e le vetrate si affacciano sul porto. I miei genitori hanno avuto solo i vetri rotti e una zia una porta sventrata, ma per fortuna non abbiamo avuto morti", spiega dopo una notte insonne, passata aspettando notizie dai propri cari.

"Già il Paese è al collasso, non si possono ritirare i soldi dalle banche, e ora questa tragedia". Secondo la stilista, che a sette anni è stata sfollata da Beirut, a 12 anni, nel 1982, ha vissuto l'invasione israeliana e nel 1989 ha attraversato a piedi la città distrutta, nel Paese dei cedri "ci sono troppe ingerenze straniere. Se il Paese fosse lasciato a noi libanesi, vivremmo in pace. In Libano ci sono 18 religioni per quattro milioni di abitanti, ognuno vive la propria religione come vuole".

il Libano, continua la stilista, "è un Paese libero e tollerante. Sono i poteri stranieri che ci soffocano. Il Libano, come ha detto Papa Giovanni Paolo II, è un 'Paese messaggio' e la cosa non piace a tutti".

L'ultima volta Mohanna è stata in Libano due mesi e mezzo, bloccata dall'emergenza coronavirus, ed è tornata a Milano a metà maggio. "Il contrasto al coronavirus stava andando bene in Libano, c'è stato un lockdown totale, ma ora con le riaperture ci sono tantissimi casi, oltre cento al giorno, e gli ospedali cominciano a riempirsi. Ora con le vittime dell'esplosione gli ospedali sono pieni e le cose si complicheranno ancora". Ma il Libano, dice sicura, "è un'araba fenice e sarà risorgere più bello di prima".

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