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Migranti, Sea Watch: "Nuovo patto Ue tratta persone come pacchi"

23 settembre 2020 | 19.50
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"Non garantisce la salvaguardia della vita delle persone, non ci sono né responsabilità né solidarietà"

Foto Fotogramma
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Sea-Watch boccia la proposta del nuovo Patto per l'immigrazione e asilo presentato oggi dalla Commissione europea. "Il nuovo Migration Pact si incentra su tre pilastri nessuno dei quali rivolto alla necessità di garantire la salvaguardia ed il soccorso della vita umana in mare”, spiega all'Adnkronos la portavoce della ong Giorgia Linardi. Che poi denuncia il "sistema di rimpatri sponsorizzati", lontano dal principio di un'equa distribuzione delle responsabilità tra i paesi membri e che "di fatto tratta le persone come pacchi postali". Inoltre, accusa Linardi, non vi è “nessuna traccia di un dispositivo europeo di ricerca e soccorso in mare” mentre in Italia le navi delle ong continuano ad essere ostacolate. Da qui la “necessità di sostenere e non criminalizzare le attività di soccorso, e garantire il rispetto del diritto internazionale a loro applicabile”.

"Un giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità" è lo slogan utilizzato oggi dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in sede di presentazione del nuovo Patto europeo per l'immigrazione e asilo. “Due principi, responsabilità e solidarietà, lontanissimi dal focus del Migration Pact - contesta la portavoce di Sea-Watch - ovvero il rimpatrio e i controlli alle frontiere, senza alcuna alternativa sicura e legale all'immigrazione”. E la ong vede con preoccupazione anche il nuovo sistema di "rimpatri sponsorizzati a fronte degli stati che rifiutano l'accoglienza", che in teoria dovrebbe aiutare i Paesi frontalieri sotto pressione migratoria, come Grecia e Italia, ma che "di fatto tratta le persone come pacchi postali".

Il Migration Pact si incentra su tre pilastri, nessuno dei quali, secondo Linardi, "rivolto alla necessità di garantire la salvaguardia ed il soccorso della vita umana in mare". Un'esclusione che non trova alcuna giustificazione, soprattutto “alla luce delle parole di von der Leyen, che in apertura alla presentazione di oggi ha ribadito come 'il salvataggio delle persone è fuori discussione'. Non lo è letteralmente, nel senso che nulla è previsto in tal senso all'interno delle oltre 300 pagine del patto”.

Il soccorso in mare è, però, argomento fondamentale del problema immigrazione, oltre ad essere quello che "riguarda direttamente la Sea-Watch e le altre ong che svolgono attività simili", ha affermato Linardi. "Abbiamo quindi rivolto quattro ordini di raccomandazione alla Commissione: il primo, sull'importanza di istituire un dispositivo europeo con un chiaro mandato di ricerca e soccorso per far si che venga garantito l'aiuto alle persone in situazione di bisogno; secondo, il sostegno, invece che l'oppressione, delle attività di ricerca e soccorso svolte dalle ong in mare, soprattutto in assenza di alternative istituzionali; terzo, la necessità di terminare la cooperazione con la cosiddetta Guardia costiera libica, alla luce delle evidenze emerse oggi a 3 anni e mezzo dagli accordi stipulati da Minniti durante il governo Gentiloni. Quarto, infine, la necessità di istituire un sistema automatico e obbligatorio di ricollocamento, e in questo ci associamo alla richiesta che era già stata avanzata dall'Italia all'Unione europea”.

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