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Covid, la promessa di Johnson: "Gb sarà la Nuova Gerusalemme"

06 ottobre 2020 | 16.39
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Discorso ottimista e visionario del premier nella giornata conclusiva del congresso - virtuale - del Partito conservatore: "Pandemia leva per il cambiamento"

Afp
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Apparentemente incurante delle difficoltà legate alla pandemia e delle indiscrezioni di stampa che descrivono come traballante la sua leadership dei Tories, Boris Johnson si è lanciato in un discorso ottimista e visionario, nella giornata conclusiva del congresso - virtuale - del Partito conservatore. Il premier, con un richiamo allo spirito post bellico, ha promesso di voler fare del Regno Unito una "nuova Gerusalemme", usando la pandemia come una "leva" per il cambiamento.

Il Paese, ha detto Johnson in riferimento alla pandemia, "ha attraversato momenti troppo duri, per poter tornare a come le cose erano prima della piaga". Eventi simili sono "un'occasione per imparare e migliorare". Ecco allora che per Johnson, "anche nei momenti più bui possiamo vedere di fronte a noi un futuro luminoso. E possiamo vedere il modo in cui costruirlo e lo costruiremo insieme".

Ecco allora che la Gran Bretagna che Johnson intende costruire, alla guida dei Conservatori e del governo, "con tutto il rispetto per chiunque altro, sarà il più grande Paese sulla Terra". Il Paese, non può permettere che la pandemia "ci riporti indietro o ci rallenti", né si accontenterà di un semplice "lavoro di riparazione", terminata l'emergenza sanitaria.

Nel concreto, Johnson ha detto di voler far diventare il Regno Unito un "leader mondiale" nell'energia verde e ha annunciato investimenti per 160 milioni di sterline in porti e infrastrutture, per aumentare la produzione di energia eolica con impianti offshore. L'obiettivo, fissato per il 2030, è di avere ogni abitazione del Paese illuminata e riscaldata da energia verde.

Il premier ha poi riconosciuto che la pandemia, col suo pesante carico di vittime, ha "fatto luce" sullo stato delle residenze per anziani e degli scarsi finanziamenti ad esse dedicati, promettendo di "riparare l'ingiustizia". Sempre sul fronte dei problemi evidenziati dalla crisi del coronavirus, Johnson ha promesso di dedicare maggiori risorse all'insegnamento individuale, per quegli alunni e studenti rimasti indietro durante il lockdown e la chiusura delle scuole.

Ma è al settore dell'edilizia che il premier, come già accennato nei mesi scorsi, sembra volere assegnare il compito di 'locomotiva' della ripresa. Per prima cosa, occorre modificare lo "sclerotico" sistema inglese di piani regolatori, e poi introdurre mutui al 95 per cento per i giovani che acquistano la loro prima casa, per trasformare la "generazione in affitto" in una "generazione che compra".

Johnson non ha poi lasciato correre sugli attacchi personali ricevuti in questi mesi, sia riguardo alla gestione della pandemia, che al suo pieno ricovero dopo il contagio da coronavirus, che lo ha costretto a lottare per una settimana in ospedale. "Ho letto tante cose insensate recentemente, su come il mio incontro col Covid mi abbia privato della mia 'magia'", ha detto Johnson, che ha liquidato come "idiozie" le illazioni sulla sua mancanza di leadership e di lucidità.

Il prossimo congresso dei conservatori, ha promesso, non sarà più in teleconferenza, ma "faccia a faccia". Resta da vedere, ironizzano i critici del premier, se sarà ancora lui alla guida del partito.

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