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Coronavirus: astrofisica Vaudo, 'speranza perché scienza è tornata al centro'

08 ottobre 2020 | 16.02
LETTURA: 3 minuti

L'emergenza sanitaria "ha esposto tutti alla scienza", ha "rimesso le competenze al centro" e questo "è un grande elemento di speranza". Raggiunta a Parigi dall'Adnkronos, l'astrofisica italiana Ersilia Vaudo Scarpetta ragiona su come la pandemia abbia cambiato in positivo la percezione e l'interesse verso il lavoro degli scienziati dopo "un periodo di irrisione degli esperti". E sottolinea come lo smart working imposto dalla crisi abbia paradossalmente "reso più ricchi" molti convegni, permettendo di coinvolgere persone che difficilmente potrebbero tutte riunirsi fisicamente.

Ersilia Vaudo
Ersilia Vaudo

L'emergenza sanitaria "ha esposto tutti alla scienza", ha "rimesso le competenze al centro" e questo "è un grande elemento di speranza". Raggiunta a Parigi dall'Adnkronos, l'astrofisica italiana Ersilia Vaudo Scarpetta r agiona su come la pandemia abbia cambiato in positivo la percezione e l'interesse verso il lavoro degli scienziati dopo "un periodo di irrisione degli esperti". E sottolinea come lo smart working imposto dalla crisi abbia paradossalmente "reso più ricchi" molti convegni, permettendo di coinvolgere persone che difficilmente potrebbero tutte riunirsi fisicamente.

"Questo è stato un periodo, quello dell’emergenza sanitaria, in cui c’è stata una grande esposizione di tutti alla scienza, molte più persone oggi sanno cos’è una percentuale, una crescita esponenziale. E' la scienza anche nelle sue varie declinazioni, la scienza che aiuta, perché dice di mettersi la mascherina e di lavarsi le mani con l’amuchina. E' stato un momento in cui le competenze sono tornate al centro, dopo un periodo di irrisione degli esperti", nota Vaudo Scarpetta.

"Mi auguro - continua l'astrofisica - che sapremo capitalizzare su questa speranza, con rinnovata fiducia nelle possibilità che la scienza rappresenta e porta alla società, per creare un nuovo interesse, una nuova partecipazione a questi argomenti che non devono rimanere solo nelle mani di pochi". E ' un'occasione per imparare "a navigare in questo mare di fatti, notizie, percezioni, cattiva scienza sui social", continua Vaudo Scarpetta, citando l'esempio del corso messo online dall'università di Yale: "Capire la ricerca medica, perché il tuo amico su Facebook si sbaglia".

Ma c'è un altro aspetto di questa grave e dolorosa crisi sanitaria, che permette di aprire nuove prospettive, ed è quello dello smart working a cui molti sono stati costretti, fra cui la stessa Vaudo Scarpetta, che è chief diversity officer all'Agenzia Spaziale Europea

"Questo mi ha permesso di essere presente dove magari non sarei riuscita a esserlo. Non sarei stata a Dubai allo Space expo di questa settimana perché c'erano troppe cose che si accavallavano. Ma invece -nota la scienziata - sono riuscita a intervenire perché ho fatto tutto da remoto. Questo è interessante, si vede un po' in tutti i panel e convegni. Il fatto di mettere tutto in remoto ha dato la possibilità di riunire personalità che difficilmente sarebbero riuscite a venire, perché troppo lontane, perché il viaggio era troppo costoso".

"La presenza ai dibattiti - spiega - è diventata più ricca, mi ha anche permesso di vedere persone che sarebbe stato complicato incontrare fisicamente. E' una cosa che sicuramente si può fare di più in futuro. Ovviamente si tratta di trovare un equilibrio giusto. E' chiaro che quello che manca è il dopo panel, dove si prende il caffè insieme, si chiacchiera e si stabilisce quell'altro tipo di relazioni, ma un nuovo equilibrio potrebbe essere interessante".

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