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Insegnante decapitato a Parigi, arrestate 10 persone

17 ottobre 2020 | 09.34
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Fanno parte dello stretto entourage dell'assalitore. Trovata rivendicazione nel suo cellulare. La zia di un'alunna si era unita all'Isis

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Sono salite a dieci le persone arrestate nell'ambito delle indagini sul barbaro assassinio dell'insegnante Samuel Paty, ucciso ieri alla periferia di Parigi. Lo riferiscono i media francesi. L'indagine è stata aperta per "assassinio in relazione ad organizzazione terroristica" e "associazione a delinquere terroristica".

Si tratta di persone che fanno parte dello stretto entourage dell'assalitore, fra cui due genitori di allievi della scuola in cui insegnava la vittima e un minore. La sorellastra di un genitore di un'alunna nel 2014 è partita per la Siria per unirsi allo Stato Islamico e "ancora è latitante" ha detto il procuratore anti-terrorismo Jean-François Ricard, precisando che il genitore in questione è quello che aveva protestato contro il professore accusandolo di "diffusione di immagine pornografiche".

Fra gli arrestati c'è anche un noto agitatore islamista. L'uomo aveva accompagnato dal preside il padre di una alunna per chiedere la revoca dell'incarico del professore di storia e geografia, che aveva mostrato in classe le caricature di Maometto, riferisce Bfmtv. Il padre dell'alunna, che aveva poi postato su Internet un video di denuncia contro il professore, è anche lui fra le persone fermate dalla polizia.

L'assalitore è un 18enne di origine cecena, ma nato a Mosca, ucciso dalla polizia. Il procuratore anti terrorismo ha spiegato che il giovane aveva aperto il fuoco contro gli agenti e ha confermato che era nato a Mosca nel 2002 ed era un cittadino russo di origine cecena. Viveva ad Evreux ed era sconosciuto ai servizi d'intelligence.

Il 18enne aveva lo status di rifugiato e un permesso di soggiorno, rilasciato il 4 marzo e valido fino al 2030. Il giovane, ha detto il procuratore, aveva trascorso il pomeriggio di ieri davanti alla scuola media di Conflans-Sainte-Honorine, chiedendo indicazioni su chi era il professore che aveva mostrato le caricature di Maometto. Il telefono cellulare dell'aggressore è stato trovato accanto al corpo della vittima. Conteneva un testo di rivendicazione del suo gesto.

Secondo il procuratore "immediatamente dopo i fatti è stato postato un messaggio di rivendicazione" con la foto del professore assassinato. La rivendicazione, insieme alla foto della vittima, sono stati pubblicati su un account Twitter e "le indagini hanno confermato che l'account apparteneva all'autore dei fatti", ha detto il procuratore.

L'account, ora sospeso, è stato utilizzato per rivendicare l'attacco in nome di Al-Ansar ed "Allah misericordioso", in un messaggio in cui si attacca anche "Macron" come "a capo degli infedeli". "Ho giustiziato uno dei cani dell'inferno, che aveva osato offendere Moametto", ha scritto nel post in cui aveva pubblicato le immagini del professore decapitato.

Charlie Hebdo ha convocato per domani a Parigi una manifestazione in omaggio alla memoria di Samuel Paty. La rivista satirica, già bersaglio del terrorismo, ha inviato su Twitter i cittadini ad unirsi domani alle 15 a Place de la Republique "per sostenere gli insegnanti, per la libertà, contro il terrore". L'appello è condiviso da sindacati di insegnanti e le associazioni Sos razzismo e Dessinez CL.

I leader religiosi domani si danno appuntamento davanti alla Stele della fraternità a Rouen per testimoniare "il comune impegno contro ogni violenza". "Il fanatismo ha ucciso ancora. Un’altra volta. E insopportabile", denuncia una nota dell’arcidiocesi di Rouen - diffusa dal Sir - che 4 anni fa subì un attacco barbaro per mano dell’estremismo islamico quando padre Jacques Hamel, sacerdote di 85 anni, venne sgozzato da due giovani estremisti nella piccola chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.

Mentre la cerimonia di "omaggio nazionale" a Samuel Paty si svolgerà mercoledì prossimo. Lo indica l'Eliseo, citato dai media francesi.

Al Azhar, principale centro di formazione del mondo islamico sunnita, ha condannato l’omicidio. "Al Azhar esprime la sua condanna per l’atto terroristico avvenuto venerdì a Parigi, dove un estremista ha decapitato un insegnante - si legge in una dichiarazione - Confermiamo il rifiuto di questo crimine odioso e di tutti gli atti terroristici. L'omicidio è un crimine che non può essere giustificato in alcun modo". Al Azhar ribadisce l’appello "perpetuo" ad abbandonare la violenza ma chiede anche "di rispettare le santità e i simboli religiosi", chiedendo di astenersi "dal fomentare l'odio offendendo le religioni". Quindi l’invito ad aderire "all'etica e agli insegnamenti delle religioni che richiedono il rispetto delle credenze altrui".

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