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Ambasciatore del Marocco: "Pronti a rispondere a nuove provocazioni"

14 novembre 2020 | 16.10
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L'ambasciatore del Marocco a Roma, Youssef Balla
L'ambasciatore del Marocco a Roma, Youssef Balla

"Una situazione tranquilla" dopo "l'intervento pacifico del Marocco" e la "creazione di un cordone di sicurezza" per consentire la "ripresa delle attività commerciali e degli spostamenti di persone" e "consolidare il cessate il fuoco" del 1991 dopo quella che è stata una "provocazione", la cui responsabilità è tutta del "Polisario, sostenuto dall'Algeria". Parla così con Aki - Adnkronos International l'ambasciatore del Marocco, Youssef Balla, dopo le preoccupazioni per la situazione ad El Guerguerat, "zona cuscinetto" che collega il Marocco con la Mauritania, nel Sahara occidentale.

Il Fronte Polisario ha denunciato "un'aggressione". L'ambasciatore, in una lunga intervista in cui parla anche di migranti e coronavirus, avverte: "Se ci saranno provocazioni militari l'Esercito marocchino, sulla base del suo diritto alla legittima difesa dell'integrità e della sovranità del Marocco, risponderà nei modi dovuti".

L'ambasciatore parla di quella che è stata "un'azione del Marocco per ripristinare l'ordine nella zona di El Guerguerat", dove, "soprattutto dal 21 ottobre, c'è stata un'intrusione dei miliziani militari del Polisario in violazione al cessate il fuoco e dello status della zona che è una zona cuscinetto, una zona di sovranità marocchina, ceduta alla Missione Onu Minurso per garantire il cessate il fuoco".

"Le milizie militari del Polisario - afferma Balla - hanno bloccato questo passaggio e la libera circolazione della persone, di civili e delle merci. E c'era un grande rischio di sicurezza. E' stato un atto di banditismo, che rappresentava una grande minaccia alla stabilità e alla pace nella zona". Balla insiste sull'operazione "pacifica, inoffensiva", precisando che "in nessun momento ci sono stati scontri con i civili" e puntando il dito contro "il Polisario, sostenuto dall'Algeria, per queste provocazioni" che, "purtroppo, non sono nuove".

L'ambasciatore denuncia "l'indiscutibile responsabilità dell'Algeria in questa controversia regionale sul Sahara". "Spero - dice - di vedere l'Algeria veramente impegnata nel processo di pace, impegnata in buona fede". Perché, continua, "la responsabilità dell'Algeria in questa controversia regionale sul Sahara è indiscutibile: ha creato, finanziato, mantenuto e mantiene il gruppo separatista del Polisario e purtroppo questa situazione impedisce l'integrazione regionale". E, continua, "il Polisario deve assumersi le sue responsabilità davanti alla comunità internazionale", mentre "l'unica soluzione possibile è una soluzione politica, di compromesso, basata sull'iniziativa di autonomia proposta dal Marocco per la regione del Sahara".

Sui migranti, dopo che l'8 novembre si è avuta notizia di oltre 1.600 migranti che hanno raggiunto le isole Canarie in 48 ore, dice: "La sicurezza non risolve i problemi in materia di immigrazione". La ricetta è uno "sviluppo condiviso" e bisogna "aiutare i Paesi d'origine", afferma l'ambasciatore, puntualizzando come quello dei migranti sia un "tema su cui il Marocco lavora da anni". Con un "approccio diverso", rivendica l'ambasciatore, un "tema in primo piano in Marocco, non solo in quanto Paese di transito dell'immigrazione subsahariana, ma anche come Paese in cui le persone che arrivano alla fine si fermano".

Il nostro, afferma, è "un approccio umanitario, solidale" e il Marocco "è il primo Paese emergente che ha avviato una politica nazionale di immigrazione", che "sinora ha permesso la regolarizzazione di 50.000 migranti". "E' una politica che ha l'obiettivo di riconoscere la dignità di queste persone perché - continua - il Marocco intende da sempre la migrazione come una fortuna, come una possibilità per lo sviluppo. E la sicurezza non risolve i problemi in materia di immigrazione", mentre la ricetta è "lo sviluppo condiviso". "Spetta a tutti i protagonisti - sottolinea - fare uno sforzo in più per l'Africa, per sostenere lo sviluppo nei Paesi d'origine".

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