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Zaki, ambasciatore italiano in Egitto chiede rilascio

24 novembre 2020 | 20.03
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(Fotogramma)
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L'Italia continua a seguire con la massima attenzione la vicenda legata agli arresti dei tre rappresentanti di Eipr. Lo scorso 22 novembre, l'Ambasciatore Cantini, a seguito della richiesta di incontro espressa anche da altri Paesi europei al Ministero degli Esteri egiziano già nelle fasi immediatamente successive agli arresti degli attivisti di Eipr, ha avuto - a quanto si apprende da fonti della Farnesina - un colloquio con l'Assistant Foreign Minister egiziano per i Diritti Umani, Amb. Gamaleddin. In tale occasione, il rappresentante diplomatico italiano ha manifestato la forte preoccupazione per l'inasprimento della repressione nei confronti della società civile e per la situazione dei diritti umani in Egitto, ribadendo al contempo la richiesta di un pronto rilascio dei tre attivisti e di Patrick Zaki. Tale iniziativa fa seguito ad una serie di démarches ufficiali già svolte, tra cui il passo nei confronti dell'ambasciatore egiziano a Roma e l'invio, assieme ad altri partners internazionali, di una lettera al Ministro degli Esteri Sameh Shoukry.

In occasione dell'interrogatorio del Direttore Esecutivo di Eipr, Abdel Razek, un gruppo di rappresentanti diplomatici si è recato nei pressi della Procura per la Sicurezza dello Stato egiziana al Cairo per incontrare i familiari dei detenuti, gli attivisti e i loro avvocati, portare loro la vicinanza e la concreta solidarietà delle istituzioni e segnalare la costante attenzione al caso. Erano presenti, oltre all'Italia, anche funzionari di Canada, Finlandia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Spagna, Germania, Francia e Svizzera.

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