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Nella città del primo lockdown

Coronavirus, un anno fa il primo morto in Cina

11 gennaio 2021 | 11.52
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Era l'11 gennaio 2020, il decesso a Wuhan per quello che era ancora un virus 'misterioso'

Foto Afp - Afp
Foto Afp - Afp

Era l'11 gennaio del 2020. Un anno fa la Cina confermava ufficialmente il primo decesso a Wuhan mentre gli occhi del mondo erano puntati sul gigante asiatico per quello che era un virus 'misterioso'. E sulla megalopoli che divenne la città del primo lockdown (totale) al mondo per arginare la diffusione del nuovo coronavirus. Undici milioni di abitanti isolati per 76 giorni. Da allora per il gigante asiatico non sono mancate accuse di poca trasparenza, sia sulla tempestività con cui sono state comunicate le informazioni che sui dati. Tutte accuse sempre respinte da Pechino.

Passati 12 mesi da quel giorno, secondo i dati della Johns Hopkins Univerisy, nel mondo si contano più di 1,9 milioni di decessi legati alla pandemia (78.755 in Italia, stando al bollettino di ieri, e 4.634 in Cina secondo i dati ufficiali odierni). E più di 90 milioni di contagi (2.276.491 in Italia, 87.536 in Cina).

Un anno fa i riflettori erano sul mercato di Wuhan. La Cina comunicava il decesso di un paziente con altre condizioni mediche concomitanti, un uomo di 61 anni, descritto come un cliente abituale del mercato 'incriminato'. "E' stato confermato a Wuhan il decesso di un paziente con polmonite virale", scriveva l'agenzia ufficiale Xinhua. Il 6 febbraio veniva confermata la morte di Li Wenliang, il 34enne medico eroe che per primo lanciò l'allarme sulla diffusione del coronavirus.

Un anno dopo la conferma del primo decesso, la Commissione sanitaria nazionale ha annunciato che arriverà giovedì nel gigante asiatico il team dell'Organizzazione mondiale della sanità che indaga sulle origini della pandemia di coronavirus. Tutto dopo la "delusione" dei vertici dell'Oms per quelli che erano sembrati ostacoli da parte di Pechino.

Intanto i dati ufficiali parlano di 103 nuovi casi di Covid-19 confermati nella giornata di ieri, 85 di trasmissione locale (82 dei quali nella provincia di Hebei, dove da giorni preoccupa un nuovo focolaio) e i restanti 'importati', oltre a 76 casi relativi a pazienti asintomatici (15 in arrivo dall'estero). I media della regione sottolineano come dallo scorso luglio la Cina non segnalasse più di 100 casi registrati nell'arco di 24 ore.

E nel mezzo della corsa ai vaccini, secondo il Global Times, voce all'estero del governo cinese, sono più di un milione le persone "vaccinate" a Pechino contro il Covid-19. Il Dragone punterebbe a vaccinare (con prima e seconda dose) 50 milioni di lavoratori prima del Capodanno lunare, che cade il 12 febbraio, festività durante la quale si riuniscono tradizionalmente le famiglie, con grandi spostamenti di persone in tutto il Paese.

Come ricordava di recente il Washington Post, in occasione del Capodanno cinese 2020 si registrarono un miliardo e mezzo di spostamenti, la metà rispetto all'anno precedente, mentre Wuhan e molte altre parti del Paese erano in lockdown. Per quest'anno l' 'invito' sarebbe a evitare "viaggi non necessari" tra il 28 gennaio e l'8 marzo dopo i titoli dei media ufficiali con "quasi mezza Cina in movimento durante la 'Settimana d'oro'", iniziata il primo ottobre, con l'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese in coincidenza con la Festa di Metà Autunno.

Nel frattempo ha fatto il giro del mondo la notizia della condanna, alla fine dello scorso anno, a quattro anni di carcere per Zhang Zhan, 37enne attivista e 'citizen journalist' che era stata arrestata a maggio per le notizie diffuse sull'epidemia di coronavirus da Wuhan.

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