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Lavoro: Speranza, legge anti dimissioni passo avanti contro discriminazioni

25 marzo 2014 | 20.25
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"Tra il 2009 e il 2010 quasi 37mila donne hanno deciso di abbandonare il lavoro alla nascita del proprio figlio, ufficialmente per carenze dei servizi dell'infanzia o per il loro costo elevato. Ma è anche a causa di una legislazione 'ricattatoria' se molte lavoratrici e lavoratori sono costretti, all'atto dell'assunzione, a firmare quelle che vengono definite 'dimissioni in bianco'. Una lettera di dimissioni obbligatoria e priva di data. La lettera ha uno scopo evidente: avere la possibilità di 'liberarsi' in qualsiasi momento, senza corrispondere alcuna indennità, della lavoratrice o del lavoratore che è diventato 'scomodo' o per la nascita di un figlio o per un infortunio o per malattia, o comunque in tutti i casi in cui il lavoratore diventa troppo costoso in termini fiscali e previdenziali''. E' quanto scrive il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza sulla sua pagina fb dopo il voto in prima lettura a Montecitorio sulla modifica della legge che riguarda le cosiddette 'dimissioni in bianco'.

''Oggi la Camera ha approvato una proposta di legge (presentata dal gruppo del Pd e sostenuta anche da altri gruppi) che scongiura questa prassi discriminatoria e anacronistica. La legge approvata è priva di costi, non comporta alcun onere amministrativo per le imprese, elimina la possibilità del ricatto nei confronti dei lavoratori e aiuta le imprese più sane. Abbiamo fatto un altro, piccolo ma significativo passo, verso una legislazione più giusta, meno discriminatoria e più moderna per tutti i lavoratori italiani", conclude.

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