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Pd, nasce 'correntone' di minoranza. Presto l'appuntamento nazionale

29 marzo 2014 | 17.15
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Pd, nasce 'correntone' di minoranza. Presto l'appuntamento nazionale

Ci saranno bersaniani come Nico Stumpo, Danilo Leva e Davide Zoggia. Dalemiani come Enzo Amendola e Andrea Manciulli. Ma anche ex-ppi come Enrico Gasbarra e la lettiana Paola De Micheli. Punto di riferimento, il capogruppo Roberto Speranza. Padre nobile, Guglielmo Epifani. Si riuniranno alla Camera martedì sera alle 20, finiti i lavori d'Aula.

LA LINEA - Non hanno ancora un nome ma una linea precisa. "Siamo autonomi ma definirci anti-renziani è sbagliato", specifica Stumpo all'Adnkronos. Dopo una complicata fase post congressuale fatta di tensioni, sfarinamento e qualche divergenza, una parte della minoranza Pd ha deciso di uscire dalla 'palude', per dirla con Matteo Renzi. "Mettiamola così - si spiega - c'è un gruppo, anche generazionalmente nuovo, che si è posto l'obiettivo di rilanciare un'area riformista e superare definitivamente il congresso". Per contare e dire la sua, innanzitutto, nella organizzazione del partito. Anche nel segno di un ricambio generazionale.

E Gianni Cuperlo, i 'turchi' che fine fanno? Con i 'turchi', si chiarisce, ci sono distanze, restano punti comuni sulle politiche. In primis, l'impegno per migliorare il dl Poletti sul lavoro. "Quanto a Gianni, speriamo che sia con noi nel gruppo dirigente di questa nuova componente". Del resto, il lavoro è appena iniziato. Si punta a strutturare l'area sul territorio e a organizzare, entro amministrative e europee, un appuntamento nazionale.

I BIG - Nella nuova componente i big della vecchia guardia non saranno coinvolti direttamente. "Ma Bersani è informato, ovviamente. Con Pier Luigi ci siamo confrontati - spiega Stumpo - e ha condiviso la nostra iniziativa. Bersani continuerà a fare politica anche strutturando la fondazione Nens e promuovendo momenti di formazione e riflessione sui temi economici soprattutto, ma l'ex-segretario non si mette a organizzare componenti...". Quanto a chi guiderà l'area è presto per dirlo. E' chiaro che sono in molti a guardare a Speranza come punto di riferimento, specie i più giovani, ma "lui fa il capogruppo - spiegano i suoi - e necessariamente deve avere un profilo istituzionale. Ma ci sono tante personalità tra cui Epifani e soprattutto Cuperlo che nessuno vuole accantonare...".

Cuperlo, intanto, ha accettato l'invito a partecipare alla riunione di martedì. E, da parte sua, continuerà a lavorare per tenere unita la minoranza, anche se c'è chi "non resiste all'atavico bisogno di costruire recinti più piccoli, che ha sempre caratterizzato la sinistra", dicono i suoi. Ma, sottolineano, "non ci sono tensioni. Gianni andrà martedì sera alla riunione e allo stesso tempo va avanti nell'organizzazione dell'iniziativa del 12 aprile" a cui ha invitato tutta la minoranza, Pippo Civati compreso, e anche il neo-vicesegretario Lorenzo Guerini.

LA GESTIONE - La minoranza si riorganizza, insomma. Anche in vista del percorso che Renzi ha delineato venerdì in Direzione. Gruppo di lavoro sul partito da insediare nei prossimi giorni per occuparsi, intanto, della campagna elettorale. Poi, dopo il voto del 25 maggio, ci sarà un momento di confronto per capire come organizzare il Pd dell'era Renzi, la prima con un segretario che è anche il presidente del Consiglio. Non dovrebbero quindi esserci ingressi di esponenti della minoranza, a breve, in segreteria. La gestione 'collegiale', se ci sarà, ci sarà in estate dopo le europee e dopo la conferenza sul partito. Ma intanto, dalla prossima settimana, anche alcuni componenti del nuovo 'correntone' saranno chiamati da Guerini a far parte del "gruppo di lavoro sul partito" di cui ha parlato Renzi. "Noi - dice Stumpo - siamo disponibili anche perché siamo stati proprio noi a proporlo. Avevamo già chiesto di mettere su un gruppo di lavoro per la candidature alle amministrative e alle europee, poi i tempi si sono un po' allungati. Ora possiamo recuperare e lavorare alla conferenza sul partito in estate. E uno dei primi temi sarà quello del finanziamento pubblico. Il Pd è improntato per essere un partito a finanziamento pubblico. Ora non c'è più e qualche soluzione la dovremo trovare...".

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