"La riforma della legge elettorale ha tagliato un primo traguardo. Buona notizia. Adesso conta come si va avanti. Diverse tra le critiche espresse nell'aula della Camera hanno una fondatezza che l'onestà intellettuale non può rimuovere. E' un fatto importante che alcune correzioni siano state introdotte: la soglia per il premio al 37% e lo stralcio dell'articolo 2 sul Senato. Ma è vero che restano non risolti altri nodi rilevanti: l'entità delle soglie per l'accesso alla Camera. Le liste bloccate. L'assenza di una garanzia sull'equilibrio di genere". Lo dichiara Gianni Cuperlo (Pd), che aggiunge: "Mi auguro che il Senato possa apportare questi miglioramenti. Se non lo facesse i guasti per la nostra democrazia sarebbero profondi".
"Oggi -prosegue Cuperlo- credo sia stato giusto consentire a questa legge di proseguire il suo cammino. Voglio dire però che quest'ultima è la motivazione fondamentale che mi ha portato a esprimere un voto favorevole. Non è per disciplina di gruppo. Ma per la convinzione che questa volta non possiamo fallire. Il punto è che fare una legge elettorale non basta. Il nostro compito è fare una buona legge elettorale e quella licenziata oggi ancora non lo è. Dirlo è un atto di sincerità per motivare un voto non di obbedienza ma di impegno e speranza. Detto ciò penso che il Segretario del Pd e premier dovrebbe togliersi gli occhiali che gli fanno vedere un congresso permanente. Quel congresso è finito e lui lo ha vinto come abbiamo riconosciuto dal primo istante".
"I deputati della cosiddetta minoranza del Pd -sottolinea- hanno avuto in questi giorni un comportamento lineare, trasparente e di assoluta responsabilità. Non si chiedono certo dei ringraziamenti, non è stagione. Ma almeno di evitare toni e parole impropri. Cerchiamo di lavorare tutti per il bene del Paese. Riconoscerlo per chi di quel lavoro è la guida non è un punto di fragilità ma di forza. Prima lo si capisce meglio è".
