Continua il battibecco in Rete tra il vice presidente della Camera in quota M5S, Luigi Di Maio, e Giovanni Favia, ex grillino espulso dal Movimento. Oggi Di Maio ha etichettato Favia 'piccolo Fiorito', il consigliere comunale bolognese ribatte per le rime parlando del "grande fango", quello prodotto dallo stesso Di Maio nonché dalla "macchina comunicativa 5 Stelle (mantenuta con soldi pubblici) contro i 4 espulsi al Senato". Favia, sul suo blog, puntualizza di non aver "diffamato nessuno. Anzi mi sono trattenuto rispetto a quello che ci sarebbe da dire sul 'partito agenzia' di oggi".
"Mi viene sempre un gran dispiacere - aggiunge - pensando a quello che è diventato oggi l'attuale 'partito agenzia'. Per me era un sogno collettivo a cui avevo creduto e dato tutto me stesso in tempi in cui non c'erano soldi, voti o poltrone da vice presidente della Camera a disposizione. Insomma, per capirci, quando Di Battista votava Veltroni mentre noi dichiaravamo guerra al Pd". Per Favia, Di Maio oggi ha "tentato di replicare" alle sue critiche "ma facendosi del male. Ed ora dovrà dare nuove risposte". "Sproloquio a parte, infatti, non risponde alle domande che pongo".
"Invito il vice presidente della Camera, che ha una funzione istituzionale delicata e che rappresenta tutti i cittadini italiani, anche il sottoscritto, a prendere le critiche oggettive come le mie, con più serenità e senza macchiarsi del reato di diffamazione. Io ho solo riportato i dati che loro hanno pubblicato sul sito Tirendiconto.it mostrando che lui alla fine della fiera si prende 6.000 euro al mese". A Di Maio, Favia rimprovera anche di violare le regole del Movimento "invadendo i talk show, da Vespa a Giletti, quando nel vostro codice comportamentale parlamentare è vietato andarci. Perché non ti processano in streaming? La verità è che da voi le regole non contano nulla. Il capo fa, il capo disfa. Sempre secondo il suo interesse del momento".
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